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1914-1918. La Grande Guerra

Oliver Janz
Torino, Einaudi, 394 pp., € 30,00 (ed. or. Francoforte, 2013, traduzione di Elisa Leonzio)

Anno di pubblicazione: 2014

Tra le opere di sintesi sulla storia del primo conflitto mondiale pubblicate nel periodo
del centenario, Der Grosse Krieg di Oliver Janz rappresenta senz’altro uno dei contributi
più interessanti. In primo luogo, per la sua dichiarata ambizione di essere non solo un
classico riassunto di cause, vicende e conclusioni del conflitto. Janz prende infatti le mosse
da un assunto metodologico: la dimensione globale della guerra non è ancora un dato
condiviso nell’immaginario né del lettore colto né dell’opinione pubblica (che nel 2014
ha commemorato piuttosto il centenario di un evento strettamente eurocentrico). Anche
tra gli addetti ai lavori della ricerca, la capacità di immaginare e raccontare un conflitto
uscendo dall’egemonia del fronte occidentale – fronte orientale, è tutto sommato una
novità. «La nostra immagine della prima guerra mondiale è segnata dal fronte occidentale
e da trincee senza fine, da concetti quali la guerra di posizione e la lotta di logoramento
lungo la Somme e attorno a Verdun» sottolinea del resto l’a. in sede di introduzione (p.
3).
Tale prospettiva che potremmo definire «fronteoccidentalecentrica», d’altra parte,
limita lo sguardo degli storici, soprattutto di lingua inglese, francese e tedesca, tanto da
impedire loro di percepire con sufficiente chiarezza il significato degli accadimenti sui
cosiddetti fronti minori. A questi limiti, l’a. sfugge abilmente, in ciò aiutato senza dubbio
dalla sua lunga esperienza di specialista di storia italiana, ma anche dalla sua recente esperienza
di responsabile del progetto 14-18 online, che ha avuto tra i suoi meriti quello di
basarsi su una prospettiva dichiaratamente globale.
Naturalmente Janz non si sottrae alla consapevolezza che il conflitto mondiale fu
anche, e in una certa misura soprattutto, caratterizzato dalla compresenza di numerosi
conflitti regionali caratterizzati da dinamiche proprie. «Romania, Bulgaria, Italia, Portogallo,
Giappone, Cina e Impero ottomano […] tentarono tutti di sfruttare il conflitto
centrale» (p. 6). Partendo da questo presupposto, l’a. è in grado di far risaltare correttamente
l’unicità di conflitti diversi: la guerra italo-austriaca, l’unica combattuta all’interno
del club delle grandi potenze che si sottragga largamente alle logiche militari e soprattutto
culturali del fronte occidentale, ne esce fortemente valorizzata nella sua particolarità, soprattutto
per quanto riguarda la rappresentazione (pp. 208 e segg.).
Non va d’altra parte trascurata la capacità dell’a. di fornire una mappa ragionata
delle principali conquiste della più recente storiografia sul conflitto mondiale. Gli otto
capitoli in cui si articola il volume si possono leggere anche come altrettanti saggi che informano
e riflettono sulle grandi scansioni del dibattito storiografico oggi sul 1914-1918:
cause, dimensione industriale, globalizzazione del conflitto, culture di guerra, guerra totale,
fine e ritorni.

 Marco Mondini