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Sulle orme di George L. Mosse. Interpretazioni e fortuna dell’opera di un grande storico

Lorenzo Benadusi, Giorgio Caravaie (a cura di)
Roma, Carocci, 158 pp., € 17,00

Anno di pubblicazione: 2012

Mosse è stato uno degli storici più importanti del secondo dopoguerra. Emilio Gen¬tile ha parlato addirittura di una «rivoluzione mossiana» negli studi sul fascismo. Questo volume intende tracciare un bilancio critico della sua produzione scientifica, ripercorren¬done i nodi più importanti: dalla nazionalizzazione delle masse alla rispettabilità borghe¬se, dalla cultura fascista alla «nuova politica», dal culto dei caduti e dal mito della Grande guerra al razzismo e all’antisemitismo. Opportunamente, tutti i contributi enfatizzano la straordinaria rilevanza e attualità delle sue innovazioni metodologiche: il modo di affron¬tare la relazione tra razionale e irrazionale; la «svolta» antropologica e visuale; la capacità di «ampliare gli orizzonti» della ricerca storica (p. 56); l’approccio «empatico», la «capacità cioè di osservare il passato con gli occhi dei suoi protagonisti» (p. 130). Grande attenzione viene data poi nel volume — anche attraverso la testimonianza di alcuni storici italiani a lui più legati (Moro, Vidotto, Gentile) — all’analisi dell’influenza e della ricezione dell’opera di Mosse in Italia (tema, quest’ultimo, recentemente affrontato in maniera analitica da Aramini). I saggi mettono al tempo stesso in evidenza che la fortuna goduta da Mosse in Italia fu «un’eredità dalle molte contraddizioni», caratterizzata anche da un «utilizzo acritico» di alcune delle sue principali categorie interpretative (pp. 105 e 109).

Giovanni Mario Ceci