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Eleonora Rinuccini e la famiglia Corsini. Un matrimonio aristocratico nel secolo della borghesia (1813-1882)

Cristina Badon
Roma, Aracne, 192 pp., € 12,00

Anno di pubblicazione: 2012

Il volume — accolto nella bella collana «Donne nella storia» — delinea il profilo bio-grafico di Eleonora Rinuccini (1813-1886), una interessante figura di donna dell’aristo¬crazia toscana vissuta in pieno ’800, negli anni che hanno visto cruciali trasformazioni politiche e sociali. La vicenda è raccontata lungo il filo delle suggestioni che vengono dal ricco carteggio che Nora intrattiene quasi quotidianamente con il marito Neri dei prin¬cipi Corsini (sposato nel 1834), governatore di Livorno dal 1837 al 1847, costretto dagli impegni pubblici a una lontananza forzata per lunghi periodi.
Le lettere (conservate nell’Archivio della famiglia Corsini a Firenze e recentemente censite) sono per la narrazione la base documentaria da cui emergono una pluralità di elementi che permettono di seguire le tracce dell’esperienza di vita della protagonista colta attraverso la rete relazionale interna alla famiglia.
Allo stesso tempo, per il tipo di contenuti e di riferimenti, esse consentono di rivol¬gere lo sguardo a un contesto più ampio che si muove tra privato e pubblico, tra emozioni (intime e confidenziali) e pragmatismo legato alle «faccende» del quotidiano; tra affetti¬vità coniugale e affermazione dei ruoli dentro e fuori le mura domestiche; tra comunità locale e dimensione nazionale ed europea.
Il quadro che emerge, rispetto ai modelli educativi e alle mentalità sul ruolo delle donne nella società aristocratico-borghese del XIX secolo, è quello di un vissuto al fem¬minile con forti tratti di modernità, che testimonia un processo di emancipazione consa¬pevole, caratterizzato da anti-convenzionalismo, intraprendenza nella gestione della casa e nella cura dei figli, tensioni politiche che si esplicitano nell’adesione appassionata alle idee liberal-moderate (proprie anche del padre e del marito), capacità individuale di opinione e di critica, attenzione alla circolazione dei saperi.
Nella ricostruzione che l’a. ci presenta, viene introdotta una serie di nodi storio¬grafici (educazione, istruzione, socialità, forme di apprendistato politico e culturale) in cui talvolta la storia di Nora diviene piuttosto l’occasione per aprire digressioni (anche interessanti) su più tematiche di ordine generale che, però, lasciano sullo sfondo l’oggetto di studio.
Un’ultima osservazione riguarda i diari (pubblicati in appendice) scritti da Eleonora negli anni della vecchiaia. Essi rappresentano un bilancio della sua esistenza e sono espres¬sione dell’esigenza (non usuale e scontata per le donne) di «scrivere de’ ricordi della [sua] vita» (p. 164) per lasciare memoria di sé e per trasmettere ai più giovani un modello di ri¬ferimento, una linea di condotta funzionale all’unità della famiglia: «che ciascuno — scrive —, pur avendo la sua piccola famiglia, possa continuare, come finora, a mostrare un vivo interesse per quella dei suoi fratelli e delle sue sorelle, condividendo consigli e affetti, gioie e inquietudini» (p. 179). Per questo, sarebbe stato più opportuno utilizzare tali «memorie dell’io» in maniera più efficace.

Daria De Donno