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Fanelli

Giovanni Fanelli, Barbara Mazza
Paris, Nicolas Chaudun, 352 pp., € 50,00

Anno di pubblicazione: 2013

Nella diffusione della pratica del viaggio le immagini hanno un ruolo molto importante,
che può essere individuato in almeno quattro funzioni: alimento dell’immaginario,
contributo alla costruzione dell’identità dei luoghi e a quella dell’identità del viaggiatore –
talora egli stesso produttore di immagini – e strumento di comunicazione dell’esperienza
del viaggio.
In questo volume Giovanni Fanelli e Barbara Mazza scelgono e propongono delle
immagini realizzate dalla nascita della fotografia (1839) a tutto il secondo ’800, vale a dire
nei decenni in cui il turismo diviene fenomeno compiuto. Molte di esse sono concepite
proprio per essere diffuse e commercializzate nei circuiti turistici, essendo opera di atelier
come quelli di Robert Rive, Leopoldo Alinari e Giorgio Sommer. A tale proposito va qui
citata anche l’importante monografia firmata dallo stesso Giovanni Fanelli, pure con la
collaborazione di Barbara Mazza, (Mauro Pagliai editore, Firenze 2010) dedicata a Robert
Rive. Quel volume, che contiene un primo catalogo dell’atelier napoletano di questo
fotografo di origini prussiane, presenta anche un interessante studio di comparazione
tra la produzione iconografica che precede la fotografia e quella fotografica, sulle scelte
tematiche e compositive in particolare del paesaggio italiano, naturale e culturale, e sulla
sua evoluzione di metà ’800.
L’iconografia in generale e la fotografia in particolare rappresentano dunque gli itinerari
di viaggio, contribuiscono a strutturarli, disegnano una geografia del turismo. Il
volume di Fanelli e Mazza testimonia che, prima ancora della formazione dello Stato
nazionale, l’Italia è percepita e comunicata dai viaggiatori italiani e stranieri come un’unica
destinazione. Le città di Milano, Torino, Firenze, Venezia, Roma, Napoli alle quali il
viaggio scientifico e antiquario settecentesco e quello romantico di primo ’800 hanno
aggiunto attrazioni come le isole, i laghi e i siti archeologici costituiscono un unicum sia
per la comunicazione verbale – si pensi alle guide – sia per quella visiva. Dunque una
raccolta di documenti iconografici prodotti con la tecnica fotografica del secondo ’800,
ma chiaramente sollecitati ed elaborati all’interno di una pratica del viaggio europea che
ha riferimenti su una durata ben più lunga. Da sottolineare come nelle immagini proposte
la cultura turistica nazionale non sia ancora organizzata e ancora non risulti influente
sull’elaborazione dei temi.
Peccato che in copertina compaia quel rimando al Grand tour, istituto culturale che
è invece tutto collocato nell’età moderna, laddove la raccolta di immagini proposta da
Mazza e Fanelli documenta proprio lo stretto rapporto tra lo sviluppo della fotografia
e la diffusione del turismo, quest’ultimo inteso sia come affermazione del lemma, sia
come processo continuo di perfezionamento e coordinamento di servizi al viaggio e al
soggiorno. Servizi tra i quali la comunicazione visiva, e dunque la fotografia, è parte
fondamentale

Annunziata Berrino