Cerca

La minoranza inesistente. I berberi e la costruzione dello Stato algerino

Marisa Fois
Roma, Carocci, 118 pp., € 14,00

Anno di pubblicazione: 2013

In merito all’Algeria contemporanea esiste una «lacuna storiografica concernente
il movimento berberista (…), gli studi in materia [sono] pochi se paragonati anche al
numero delle ricerche sul versante del nazionalismo e alla ormai sterminata bibliografia
riguardante la guerra di liberazione nazionale» (pp. 105-106). Proprio per tentare di
colmare tale vuoto Marisa Fois, già a. di saggi dedicati alla realtà berbera, ha concepito
questo succinto ma denso volume. La giovane studiosa, titolare di un dottorato in Storia,
istituzioni e relazioni internazionali dell’Asia e dell’Africa moderna e contemporanea
conseguito presso l’Università di Cagliari, ha dato così sistematicità a una ricerca che si è
avvalsa di proficui sondaggi documentari, condotti presso varie istituzioni archivistiche,
francesi e algerine, e di un sapiente ricorso a svariate fonti secondarie.
Il volume si articola in tre capitoli. Il primo (pp. 15-45) offre una panoramica della
natura del nazionalismo algerino, descritto nella sua complessa evoluzione dai suoi esordi
sino al 1954, anno d’inizio della guerra di liberazione. Si evidenzia in particolare come,
proprio nell’ambito del tormentato dibattito ideologico circa l’essenza del nazionalismo
algerino (che in ultima analisi si sarebbe strutturato attorno ai due pilastri dell’arabismo
e dell’Islam), assai precocemente emerse la singolarità del «problema» berbero, cioè di
un’entità etnico-culturale non arabofona, ma parte integrante della realtà storica algerina,
che intendeva difendere la propria individualità.
Fu nel 1949 che la questione berbera entrò apertamente nella sfera politica, allorché
un nutrito numero di dirigenti e militanti del Mtld (Movimento per il trionfo delle
libertà democratiche), il partito da cui sarebbe poi scaturito il Fronte di liberazione nazionale,
contrappose al concetto di Algeria arabo-islamica quello di Algeria algerina. Per
i sostenitori dell’Algeria algerina – spiega l’a. – nel concepire l’identità nazionale della
futura Algeria indipendente, «oltre alla componente araba, si doveva tenere in considerazione
anche la percentuale berbera e quella definita come turca» (p. 49). Ne seguì una
serrata lotta, che ebbe il suo epicentro a Parigi e, più in generale, tra gli emigrati algerini
in Francia, conclusasi con la netta sconfitta della dissidenza berbera secondo tempi e modi
ampiamente descritti nel secondo capitolo (per l’appunto intitolato 1949: la crisi berberista
e il suo impatto, pp. 47-85).
Nonostante quella sconfitta, le ragioni delle rivendicazioni della componente berbera
del Mtld non vennero però meno. Al contrario, come si evidenzia nell’ultimo capitolo
(pp. 87-111), il problema berbero continuò a essere presente in tutta la storia successiva
dell’Algeria, sia negli anni della lotta armata sia dopo l’indipendenza, sino ad ottenere
una parziale soluzione con la revisione costituzionale del 2002, che ha «riconosciuto al
berbero lo status di lingua nazionale» (p. 110).

Marco Lenci