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Sandro Pertini. Dalla Liberazione alla solidarietà nazionale 1945-1978

Andrea Gandolfo
Roma, Aracne, 884 pp., € 37,00

Anno di pubblicazione: 2013

Il volume, diviso in sei capitoli, ha l’intento di delineare la biografia politica di Sandro
Pertini dalla Liberazione al periodo immediatamente precedente l’elezione al Quirinale
del luglio 1978. Preceduta da un lavoro monografico in cui veniva trattato il periodo
dall’adesione giovanile al socialismo alla battaglia contro il fascismo, sino all’impegno
nella lotta partigiana, questa ricerca di Gandolfo, pur non basandosi su materiale d’archivio,
si avvale innanzitutto di una buona rielaborazione di studi precedenti. Interessante
è l’analisi della produzione giornalistica e soprattutto l’accurato spoglio degli interventi
parlamentari di Pertini, da cui emerge lo sguardo attento dell’esponente socialista per le
problematiche relative alla Liguria e per provvedimenti collegati alla memoria e alla legislazione
sulla Resistenza.
L’a. riprende la valutazione storiografica circa il ruolo di Pertini nel Psi negli anni
del frontismo e del superamento del centrismo, ribadendo i caratteri essenziali della sua
militanza, caratterizzata spesso da un’impulsiva passione, da cambiamenti di posizione
non sempre coerenti, dall’impegno per l’unità del partito, dal filosovietismo negli anni
frontisti, dalla diffidenza verso il centro-sinistra cui si accompagnava però l’attenzione
verso il mondo cattolico. Senza dimenticare il richiamo a una condotta etica nella vita
politica, che si nota in occasione del Comitato Centrale del 15 maggio 1964 quando Pertini
sostenne «che la segreteria del partito avrebbe dovuto vigilare attentamente affinché
nessuna forma di affarismo penetrasse all’interno del PSI» (p. 531).
Di rilievo, in ragione del fatto che si tratta della prima ricostruzione di quel periodo
limitata però dalla mancanza di confronto con fonti archivistiche, è la parte relativa agli
anni 1964-1978. Qui Gandolfo mette bene in evidenza, privilegiando un taglio narrativo
cronachistico, l’attività di Pertini quale presidente della Camera tra il 1968 e il 1976. Ricoprendo
la terza carica dello Stato, egli «dimostrò senza dubbio notevoli capacità politiche
e uno spiccato senso di responsabilità, riconosciutigli anche dalle opposizioni, persino
di estrema destra» (p. 574). Nel corso della sua presidenza Pertini non mancò di levare
più volte la sua voce in difesa dei diritti umani che venivano calpestati in ogni parte del
mondo, dalla Primavera di Praga al golpe contro Allende, mentre altrettanto forti furono
le sue prese di posizione in occasione di eventi delittuosi come la strage di Piazza Fontana.
Come ricorda Gandolfo, fu molto importante, sotto la sua presidenza, anche il varo nel
1971 dei regolamenti della Camera. Finita l’esperienza a Montecitorio e prima di essere
eletto al Quirinale, Pertini si sarebbe distinto per essersi schierato sulla linea della fermezza
ai tempi del sequestro Moro, mentre non avrebbe giocato ruoli particolari al momento
dell’ascesa di Craxi nel 1976. Un apprezzabile lavoro, quello di Gandolfo, di cui si annuncia
un prossimo volume sugli anni di Pertini come presidente della Repubblica, che
dovrebbe chiudere una biografia tripartita.

Gianluca Scroccu