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Un ospedale aperto. Storia dell’ospedale di Sesto San Giovanni

Vittorio A. Sironi
Postfazione di Pasquale Spinelli, Milano, FrancoAngeli, 133 pp., € 17,00

Anno di pubblicazione: 2013

L’a, già apprezzato per i suoi numerosi studi dedicati a imprenditori della sanità
(Recordati), al «male del secolo» (il cancro), a istituzioni di rilievo nazionale (l’Ospedale
pediatrico del Buon Gesù, il Niguarda, l’Ospedale dei bambini di Milano), in questo
volume colloca la storia dell’Ospedale di Sesto San Giovanni nel quadro delle relazioni tra
la formazione di una società industriale e la salute dei suoi attori.
Dal primo capitolo, l’a. si avvale di un’articolata storiografia per ripercorrere le tappe
della mutazione del borgo agricolo: gli avvenimenti che segnano il ’900 sedimentano nel
territorio istituzioni pubbliche e private, impegnate nel soddisfare i bisogni di una popolazione
giunta nei decenni post bellici a un diffuso benessere. Il secondo è dedicato alle
origini dell’Ospedale, dove la domanda di salute trova risposta nell’opera di agenti molteplici,
tra i quali numerosi industriali attraverso opere filantropiche. In parallelo si assiste
all’intensificarsi degli interventi pubblici sotto l’egida del municipio, con la diffusione
delle «condotte mediche», delle «levatrici comunali», l’apertura di farmacie e l’avvio, nel
1905, di un primo ambulatorio, disciplinato dall’ente locale, finanziato da «industriali» e
affidato ad un’ apposita concessionaria. L’a. sottolinea come questo intrecciarsi di libera
iniziativa e governo del territorio costituisca un tratto specifico della salute sestese, assicurata,
almeno nel primo cinquantennio del secolo, anche dagli ambulatori presenti nelle
imprese di maggiori dimensioni, che in diversi casi, quale quello della Breda, offrivano
assistenza all’intera cittadinanza.
Un primo embrione di struttura sanitaria pubblica si ebbe nel 1934, divenne operativo
dal 1936 con il Policlinico del lavoro (costituito da un ambulatorio specialistico, dotato di
pronto soccorso) per poi sfociare nella fondazione (1951) e inaugurazione dell’Ospedale
«Città di Sesto San Giovanni» (1961): sede staccata degli Istituti Ospitalieri di Milano, esito
della collaborazione tra governo cittadino, amministratori della secolare istituzione meneghina
e l’apporto di note famiglie imprenditoriali, quali Campari e Marelli.
L’a. indaga quindi le problematiche che derivavano dal concentrarsi a Sesto delle sue
molte «fabbriche», quali la Falck, la Breda, l’Osva, la Ercole Marelli e la Magneti Marelli.
Dalla consultazione degli archivi dell’Ospedale Maggiore di Milano e dell’Ospedale di Sesto
San Giovanni, nonché della testimonianza di alcuni medici emerge la secolare trama della
beneficenza che si rinnova prima con le Sisters Blues (congregazione della Piccola Compagnia
di Maria) e nel 1975 con la nascita della Associazione Volontari Ospedalieri.
Lo sviluppo più recente intreccia dinamiche locali e normative sanitarie, azione del
personale medico e collaborazione con i vicini nosocomi milanesi. L’inserimento nella
rete sanitaria regionale apre infine ai temi della sanità futura con alcuni interrogativi
sulla «città e la salute» ai quali l’Ospedale sestese sarà chiamato a rispondere negli anni a
venire.

Valerio Varini