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Cattolicesimo e laicità. Politica, cultura e fede nel secondo Novecento

Alfredo Canavero, Daniela Saresella (a cura di)
Brescia, Morcelliana, 2015, 343 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2016

La profonda trasformazione avvenuta in Italia negli ultimi decenni, con la globalizzazione e i flussi migratori che hanno arricchito il panorama nazionale di multiple opzioni religiose, offrono l’occasione per una ampia riflessione sul tema della laicità, in un quadro in cui si moltiplicano le analisi sulle interconnessioni tra le religioni e la storia dei popoli. L’interessante volume trae spunto dai contributi presentati in un convegno tenutosi il 19-20 settembre 2013 all’Università degli Studi di Milano su Cattolicesimo, laicità e politiche di laicizzazione, e può suddividersi in quattro ambiti di approfondimento.
Nel primo si riflette da un punto di vista filosofico (Franzini), storico (Giovagnoli) e teologico (Vergottini) sul tema della laicità prima e dopo il Concilio, osservando, tra l’altro, come la scomparsa della Dc abbia favorito l’indebolimento di quella dimensione nella politica (p. 30) determinando un successivo incrudimento del termine, associato impropriamente a quello di laicismo, in un orizzonte di ostilità verso la religione.
Nel secondo i contributi indagano con efficacia sia le modalità del confronto col tema in oggetto alle origini dello Stato unitario (Traniello) e nel lungo periodo di egemonia democristiana (Malgeri) sia come le altre culture politiche italiane – Pci (Orecchia), Psi (Punzo), Msi (Parlato), partiti minori del centro (Colombo) – si siano progressivamente rapportate al problema religioso nella loro azione concreta. Di particolare interesse l’ambito che approfondisce il caso di Milano, coi temi – tra gli altri – della laicità nel magistero di Montini (De Giorgi), della scelta religiosa e di quelle politiche nell’Ac diocesana (Vecchio), della questione dell’autonomia nelle Acli di Labor (Scirocco), delle frizioni generate dal progetto di Giussani (Saresella) fino al ruolo della Fondazione Lazzati (Canavero), evidenziando l’elaborazione riguardo al tema in oggetto di posizioni nettamente distinte, talvolta in aperto conflitto, che si sono poi protratte nel tempo.
Gli ultimi contributi mirano ad ampliare l’approccio a livello internazionale prendendo in esame la situazione di Stati Uniti (Mc Leod), Francia (Durand) e Germania (Liermann) contribuendo a far risaltare la peculiarità della situazione italiana. Nel complesso risulta un lavoro di grande utilità per l’approfondimento di una riflessione che è chiamata oggi a misurarsi con scenari nuovi in cui lo Stato (vedasi sentenza della Corte Costituzionale del 1989 richiamata a p. 7) è chiamato, coerentemente al principio di laicità ad atteggiamenti che escludano indifferenza e ostilità nei confronti dei contributi delle diverse esperienze religiose oggi presenti sul territorio nazionale, pretendendo al contempo dalle religioni l’assunzione di una serie di principi (uguaglianza, pluralismo, convivenza) necessari a garantire un equilibrato sviluppo del vivere civile. Per assumere tali principi l’arricchimento della prospettiva storica sul tema della laicità risulta essenziale al fine di evidenziare l’inconsistenza di una interpretazione ostile al fenomeno religioso.

Augusto D’Angelo