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6 ottobre 1943. La deportazione degli ebrei romani tra storia e memoria

Martin Baumeister, Amedeo Osti Guerrazzi, Claudio Procaccia (a cura di)
Roma, Viella, 203 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2016

Questo collettaneo è una raccolta di saggi che ha fatto seguito a un convegno promosso
dalla Comunità ebraica di Roma e dall’Istituto storico germanico in occasione del
settantesimo anniversario della deportazione degli ebrei romani compiuta dalle forze di
occupazione tedesche.
Il volume offre una solida e ampia panoramica dei vari filoni di ricerca sviluppatisi
attorno alla tragedia dell’autunno del 1943. I vari percorsi di studio presentati vanno a
confrontarsi con questioni e aspetti diversi di una vicenda che segna la storia della comunità
israelitica, della capitale e dell’intero paese, con risvolti che hanno influenza anche nel
discorso pubblico della comunità, della città e, più in generale, del paese, incrociando l’elaborazione
della memoria di questo evento. La costruzione della memoria ha un ruolo centrale
all’interno del libro, ritornando a più riprese, sia attraverso il saggio di Mario Toscano, che in
quello di Hahle Badrnejad-Hann.
Contemporaneamente, nelle pagine del volume, sono affrontati temi quali la ricostruzione
dei profili dei militari tedeschi che materialmente misero in atto e realizzarono
il rastrellamento, nel contributo di Sara Berger; la ricostruzione dei complessi rapporti tra
diplomatici e militari tedeschi presenti in riva al Tevere, nel testo di Lutz Klinkhammer;
una nuova analisi sul ruolo giocato dal Vaticano nella vicenda con Gabriele Rigano; passando
per un’attenta ricostruzione cifre alla mano sul numero di vittime della razzia, compiuta
da Silvia Haia Antonucci a partire dalla documentazione conservata dalla Comunità
ebraica dell’Urbe; fino ad arrivare a una riflessione su come un linguaggio quale quello
cinematografico abbia contribuito a plasmare le rappresentazioni dell’evento, all’interno
del saggio di Damiano Garofalo.
Al termine del lavoro è inoltre inclusa un’Appendice con fonti inedite di provenienza
militare e penale, che gettano nuove prospettive sulla vicenda, presentate da Amedeo Osti
Guerrazzi.
Senza dubbio il lettore si trova di fronte un testo composito, con ricerche diverse tra
loro che, pur occupandosi della stessa vicenda, hanno fonti, letture delle stesse e approcci
assai differenti. Questo in realtà può considerarsi un pregio del libro, che ci restituisce un
quadro complessivamente variegato, ma completo, sullo stato e l’evoluzione degli studi
della vicenda e delle sue rappresentazioni nel corso dei decenni.
Volumi come questo permettono sicuramente di renderci consapevoli di come anche
un singolo evento, quale quello della deportazione degli ebrei della capitale italiana, possa,
nella sua esemplarità e specificità, aiutare far capire la complessità e le sfaccettature della
Shoah e, assieme a esse, tutto il portato di nodi irrisolti e su cui vale ancora la pena riflettere.
Un merito che non va disgiunto dal coraggio di proporre ponderate riletture critiche, che
aiutano a ridimensionare stereotipi e rappresentazioni percepite in passato come veritiere,
sia da parte degli studiosi, che da parte di un pubblico più ampio.

 Mario De Prospo