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A Life of Resistance: Ada Prospero Marchesini Gobetti (1902-1968)

Jomarie Alano
Rochester, NY, University of Rochester Press, 2016, 279 pp., $ 90,00

Anno di pubblicazione: 2017

Si deve a una studiosa americana la prima biografia che ricompone in un coerente profilo la vita, l’attività politica e culturale, gli studi di Ada Gobetti, oggetto finora in Italia solo di ricerche mirate a temi specifici. Interessata agli studi di Paula Schwartz sulla ridefinizione del concetto di Resistenza nella Francia del periodo bellico, l’autrice, di origine italiana per parte di madre, aveva rivolto inizialmente le sue ricerche alla Resistenza femminile in Italia, sulla quale pubblicò nel 2003 il saggio Armed with a Yellow Mimosa: Womes’s Defense and Assistance Groups in Italy, 1943-1945 («Journal of Contemporary History», 38, 4, 2003).
Diversi soggiorni in Italia, a Roma, Milano e in particolare a Torino, dove ha potuto valersi degli archivi del Centro studi Piero Gobetti e dell’Istituto piemontese per la storia della Resistenza, hanno indirizzato il suo lavoro verso la figura di Ada, ampiamente documentata nelle sue carte. Un interesse che l’ha indotta a studiarne alcune opere (Anti-fascism for Children: Ada Gobetti Story of Sebastiano the Rooster, «Modern Italy» 17, 1, 2012) e a tradurre in inglese il Diario partigiano (Partisan Diary: A Woman Life in the Italian Resistance, Oxford University Press, New York 2014), con il quale ha portato all’attenzione una figura sconosciuta e un periodo storico ben poco noti al grande pubblico americano, nell’intento di «enrich our understanding of the Italian experience, and that of Italian women in particular» (p. 13).
La biografia ha preso corpo in tale contesto, che portava a interrogarsi sui legami dell’esperienza partigiana di Ada con la sua vita passata, da un lato, e con le sue attività nella politica e nel movimento femminile del dopoguerra, dall’altro. Ne è derivato il percorso di una complessiva «life of resistance», definizione non dovuta a enfasi retorica, ma all’iniziale ridefinizione del concetto di Resistenza, incrociato con quello di «civil disobedience», radicato nella cultura angloamericana. In tale luce l’a. legge il rapporto infantile e adolescenziale di Ada con la madre, il tormentato legame con l’innamorato ma incombente Piero Gobetti, la costruzione dopo la sua morte di una propria vita professionale da insegnante d’inglese e traduttrice, l’attività di antifascista e di combattente, infine l’anticonformismo della sua azione di educatrice e di militante femminile.
La documentazione è scrupolosa, come lo è l’intento di contestualizzare ogni fase della vita di Ada coi debiti riferimenti storiografici. Tuttavia, proprio l’impegno di illustrare a un pubblico non esperto la storia italiana del XX secolo, in cui la biografia s’inserisce, risulta meno riuscito per il lettore nostrano. Facile cogliere qualche inesattezza e fraintendimento, sottolineare il ricorso talora ingenuo alle fonti primarie, dal Diario partigiano alle testimonianze. Il merito del lavoro di Alano è altrove: nella restituzione efficace di una vita nella sua ricerca di autonomia, per sé e per le altre donne.

Ersilia Alessandrone Perona