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À l’ombre des faisceaux. Les voyages français dans l’Italie des chemises noires (1922-1943)

Christophe Poupault
préface d’Emilio Gentile, Rome, École française de Rome, 940 pp., € 40,00

Anno di pubblicazione: 2014

Il volume di Christophe Poupault, in origine una tesi di dottorato discussa all’Università
di Paris Nanterre, offre un contributo importante alla valutazione dell’impatto
dell’esperienza fascista all’estero, esaminando l’esperienza dei viaggiatori francesi in Italia
nel periodo tra le due guerre, attraverso una grande quantità di testi e fonti, che comprendono
non solo osservazioni sul territorio metropolitano ma anche sulle colonie. L’a. riesce
così a offrire un quadro approfondito delle reazioni francesi al fascismo, presentando anche
un repertorio di fonti piuttosto notevole per ulteriori ricerche, corredato da un’ampia
appendice documentaria.
Il primo obiettivo dell’a. è analizzare le condizioni di viaggio dei visitatori francesi,
inserendo il turismo tra le due guerre in una tradizione che data dal Grand tour, ed evidenziando
continuità e discontinuità nella pratica del viaggio, nelle motivazioni e nelle
preoccupazioni dello stesso, oltre che nei sentimenti dei viaggiatori del periodo. Ne emerge
un quadro interessante e accurato anche dal punto di vista quantitativo, che enfatizza
le scelte del regime a favore del turismo, e mostra anche tendenze di più lungo periodo
nella crescita dei flussi turistici in Italia.
La seconda parte è invece dedicata all’analisi specifica dell’esperienza dell’Italia fascista,
con riferimento all’accoglienza alle frontiere, alla propaganda fascista sui turisti
e agli aspetti della trasformazione politica del fascismo che colpiscono maggiormente
l’attenzione dei visitatori. Qui l’a. si confronta in maniera interessante con la storiografia
sul fascismo – in relazione a temi quali l’educazione dei giovani, il corporativismo, il
«consenso», la figura del Duce –, considerando continuità e discontinuità tra definizioni
di allora e stato dell’arte degli studi, forse in alcuni punti poco aggiornato. Le percezioni
dei viaggiatori stranieri si rivelano di grande utilità e interesse per capire da un lato l’efficacia
della macchina propagandistica anche in chi è meno vincolato alla repressione e agli
obblighi che essa impone, e dall’altra per rivelare le crepe del consenso.
L’ultima parte della ricerca è dedicata all’uso del viaggio come strumento di costruzione
di una «fraternità latina», evidenziando la portata anche diplomatica di alcuni viaggi
e la difficoltà dei rapporti nelle fasi di conflitto diplomatico e non solo.
Il volume costituisce un contributo importante per analizzare a fondo il ruolo del
fascismo nella crisi dell’Europa tra le due guerre.

Giulia Albanese