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Ettore Franceschini. Sindaco di Perugia 1920-1921 – 2002

AA.VV.
Atti del convegno ?Riflessioni nell’80° anniversario?, Perugia 13 dicembre 2000,

Anno di pubblicazione: 2002

Le elezioni amministrative del 1920 non hanno ricevuto in genere grande attenzione storiografica, sia per le difficoltà di analisi e comparazione dei dati in chiave nazionale, sia perché gli studi sulla crisi dello stato liberale si sono concentrati maggiormente sulle elezioni politiche del 1919 e del 1921. Eppure quella tornata elettorale, confermando con qualche differenza i risultati del 1919, introdusse importanti novità politiche nel governo locale, segnate da un’affermazione senza precedenti dei socialisti che conquistarono la maggioranza in numerosi comuni e in più di un terzo dei consigli provinciali d’Italia.
La pubblicazione degli atti del convegno svoltosi a Perugia nel dicembre 2000 per celebrare l’ottantesimo anniversario della conquista del municipio e l’avvento del primo sindaco socialista della città ha il merito, pur nell’impianto tradizionale, di richiamare l’attenzione sulla centralità delle vicende locali nell’interpretazione della genesi del fascismo e della storia del socialismo italiano. È noto come per il fascismo fosse primaria la distruzione delle strutture organizzative periferiche dell’avversario, e i vari interventi qui raccolti approfondiscono in tal senso le caratteristiche del socialismo locale, dall’unitarismo delle sinistre prevalso nella giunta perugina prima delle successive divisioni (su cui ha insistito Enzo Coli) sino al pragmatismo che, secondo Guglielmo Giovagnoni e Serena Innamorati, avrebbe contrassegnato la pur breve esperienza amministrativa del sindaco Franceschini, prima dell’abbattimento violento da parte dello squadrismo (in particolare il passaggio dal ?biennio rosso? al ?biennio nero? è stato ricostruito da Gian Biagio Furiozzi). Si tratta di un socialismo municipale caratterizzato dalla convivenza tra lotta sindacale e dirigenza politica e amministrativa, che simboleggia gli obiettivi di trasformazione sociale ed economica assegnati al governo locale. Nel caso umbro questi si sarebbero fondati sulla capacità di Franceschini (segretario della Camera del Lavoro) di legare città e campagna, organizzando per la prima volta i mezzadri, come hanno ricordato Franco Bozzi e Raffaele Rossi, e fondendo per tale via l’esperienza urbana e quel socialismo ?francescano? ed evangelico dei ?pionieri? del socialismo umbro.
Ma al di là delle questioni specifiche, la lettura del volume suggerisce quanto siano auspicabili la raccolta e lo studio comparato di simili contributi, anche per la costruzione di una mappa delle elezioni amministrative e dei governi locali, la cui autonomia e utilità purtroppo appare ancora sottovalutata nella storiografia contemporanea italiana. Approfondendo la dimensione amministrativa e politica locale, sempre nel collegamento con le istituzioni statali centrali e periferiche, si seguirebbe infatti l’esempio che la nuova storiografia politica europea offre, nel porre i rapporti tra centro e periferia come asse fondamentale nella ricostruzione storica tra Ottocento e Novecento.

Giovanni Schininà