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Lotta politica e meridionalismo nel «Nuovo Risorgimento» di Vittore Fiore – 2003

Aa.Vv.
Bari, Palomar, pp. 256, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume raccoglie gli Atti del Convegno su “Il Nuovo Risorgimento 1944-1946?, promosso a Lecce nel 1996 dalla provincia e dall’Università degli studi. Nel volume compaiono saggi e testimonianze di C.A. Augeri, E. Bonea, M. Cifarelli, A.M. Cittadini Ciprì, N. Colonna, S. Fedele, E. Forcella, A.L. Giannone, F. Grassi Orsini, V.A. Lezzi, F. Martina, M. Melillo, C. Nassisi, A. Semeraro, D. Valli. Come emerge dai numerosi contributi che compongono il volume, l’analisi del «Nuovo Risorgimento», organo del Partito d’Azione di Bari, permette di indagare, in tutta la loro profondità, i nessi culturali interni e internazionali, che compongono il meridionalismo democratico nell’Italia repubblicana.
Il gruppo del «Nuovo Risorgimento» era composto da Vittore Fiore (1920-1999), direttore e animatore del giornale, accanto ad altri esponenti della sua generazione come Ernesto De Martino, Michele Cifarelli e Fabrizio Canfora e si apriva ai principali esponenti regionali e nazionali del Pd’A, e in particolare alla sua componente meridionalista. Con la rivista veniva in primo piano una nuova generazione, che aveva fatto il suo apprendistato alla politica tra le due guerre, durante il fascismo. Al centro di questo discorso emerge il tema della formazione dei giovani durante gli anni del Regime, il ruolo della casa editrice Laterza e l’imperativo morale esercitato, su tutti, dalla figura di Benedetto Croce. Fu lui, come ha scritto Fabio Grassi Orsini nella introduzione, a indirizzare i giovani verso le letture e le riflessioni che li avrebbero poi indotti ad aderire al programma ?liberalsocialista? di Guido Calogero e alla fondazione del Pd’A. A tale figura va aggiunta quella di Tommaso Fiore, padre di Vittore, principale punto di riferimento del gruppo liberalsocialista di Bari. Dopo la caduta del Fascismo la scelta azionista si saldò con il programma di rilancio del pensiero meridionalista.
La breve durata del “Nuovo Risorgimento”, ben esprime l’incontro tra liberalsocialismo e meridionalismo. Come scriveva Vittore Fiore nel programma del giornale, il principale compito avrebbe dovuto essere educare gli italiani alla libertà, dopo che erano stati diseducati dalla propaganda del fascismo. Ma il significato storico di tale esperienza editoriale, va ben al di là della breve vita del Pd’A, e viene giustamente posto in relazione con i tempi lunghi della storia del pensiero meridionalista. I suoi fondamenti ideali e politici vengono rintracciati nel filone salveminiano e dell’europeismo democratico che si sviluppa tra le due guerre.
Dopo la diaspora azionista tale generazione prese parte attiva alle politiche di sviluppo per il Sud, contribuendo alle discussioni intorno alla riforma agraria, alla nascita della Cassa per il Mezzogiorno, al dibattito sul problema della industrializzazione, che ebbe il suo epicentro nella elaborazione dello Schema Vanoni. Le speranze politiche furono riposte nel nesso tra europeismo e meridionalismo, nella politica di liberalizzazione degli scambi e nell’intervento straordinario, secondo l’indirizzo portato avanti da «Nord e Sud». Nel 1956 Vittore Fiore diede vita alla rivista «Civiltà degli Scambi» che riuscì ad incarnare, nel decennio successivo, le aspirazioni del meridionalismo democratico e riformatore.

Simone Misiani