Cerca

Mario Bendiscioli storico – 2003

Aa.Vv.
Brescia, Ce.Doc-Morcelliana, pp. 167, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume raccoglie gli atti del convegno promosso dal Ce.Doc di Brescia nel 2001, per un primo approfondimento sulla figura e sull’opera storica di Mario Bendiscioli (1903-1998). A parte gli interventi introduttivi di saluto, che spesso appaiono importanti testimonianze (penso soprattutto al ricordo di Stefano Minelli, pp. 3-5), il volume si articola su due tipologie di saggi: le relazioni critiche (Marcocchi, Ulianich, Signori, Lombardi) e le testimonianze (Colombi, Conzemius, De Benedetti).
Massimo Marcocchi ripercorre le radici bresciane della formazione spirituale e intellettuale di Bendiscioli, nel secondo e nel terzo decennio del Novecento, con particolare riferimento all’Oratorio di S. Maria della Pace dei padri Filippini, studia quindi la partecipazione alla vita della FUCI, prima, e dei Laureati Cattolici, poi, sottolineando il rifiuto del totalitarismo, conclude con un’analisi dei rapporti di Bendiscioli con il mondo tedesco e della sua collaborazione con l’editrice Morcelliana (con le traduzioni di Adam e di Guardini).
Se, dunque, il saggio di Marcocchi ha un taglio storico-biografico, quello di Boris Ulianich ? su Mario Bendiscioli, storico del Cinquecento religioso ? adotta un duplice registro: da una parte di storia della storiografia, cercando cioè di inserire la figura e l’opera di Bendiscioli nel più ampio ambito degli studi storici europei, su Riforma protestante, Riforma cattolica e Controriforma; dall’altra però anche di discussione critica, chiedendosi cioè cosa è vivo e cosa è morto di quanto Bendiscioli ha scritto sul Cinquecento religioso. Ulianich approfondisce le relazioni tra gli studi di Bendiscioli e le proposte storiografiche di Lortz e di Jedin: in particolare tende a distinguere la categoria di ?Rinnovazione cattolica?, preferita da Bendiscioli, dalla categoria di ?Riforma cattolica?, utilizzata da Jedin. La differenza starebbe nel fatto che la dimensione controriformistica sarebbe, per Bendiscioli, una componente interna e non un movimento dialetticamente collegato (ma comunque esterno) della Rinnovazione-Riforma cattolica.
Molto interessanti per gli studiosi di storia contemporanea sono i contributi di Elisa Signori (Mario Bendiscioli e la storia del nazismo) e di Pierangelo Lombardi (Mario Bendiscioli, storico ?militante? della Resistenza), bene informati e ricchi di notizie: il primo richiama, giustamente, l’attenzione sull’analisi dell’antisemitismo e sull’interpretazione del nazismo come un totalitarismo fondato su una religione politica; il secondo indaga l’opera di Bendiscioli come commissario alla scuola del CLN lombardo e come direttore degli archivi dell’INSMLI. Suggestioni e appunti critici vengono infine dalle testimonianze, ma anche dalla discussione al convegno, che viene, opportunamente, riportata (tra gli intervenuti: Paolo Prodi, Annibale Zambarbieri, Ada Annoni).
In sede di bilancio si può dire che si tratta di un volume impegnato, naturalmente vario, data la sua natura collettanea, ma che si pone come avvio di un auspicabile approfondimento, anche secondo alcune piste di ricerca indicate dallo stesso Marcocchi (pp. 147-149), verso una biografia completa.

Fulvio De Giorgi