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Public and private in American history. State, family, subjectivity in the twentieth century – 2003

Aa.Vv.
Torino, Otto editore, pp. 638, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2003

Difficile rendere conto in una pagina della quantità di spunti presenti in questo denso volume, che affronta da punti di vista assai vari e con grande ricchezza di suggestioni il tema, di per sé molto ampio e complesso, del rapporto pubblico-privato. Risultato di una ricerca ?ex 40%? avviata nel 1998 e del lavoro del Centro Bairati diretto da Maurizio Vaudagna, questo volume ? curato da Baritono, Frezza, Lorini, Vezzosi e dallo stesso Vaudagna, tutti qui anche autori di specifici contributi sui temi a loro cari quali la storia delle donne e di genere, le scienze sociali, la mascolinità ? raccoglie infatti ben 27 interventi presentati in un articolato convegno tenutosi nel 2001.
Quantunque la maggioranza degli autori siano italiani (ma non mancano Alan Brinkley, Alice Kessler-Harris, Kenneth Kusmer e Howell John Harris, docenti negli Stati Uniti o in Inghilterra) si è scelto di usare l’inglese per tutti i testi al fine di consentire una circolazione transnazionale. Il volume potrà dunque inserirsi più facilmente in un dibattito oggi assai vivace. È una scelta opportuna, perché le declinazioni del tema pubblico-privato qui contenute sono di notevole interesse.
Non è ovviamente possibile entrare nel merito di tutti i contributi, assai disparati, mantenuti entro limiti drastici di brevità ma anche per questo molto densi. Tra l’altro essi travalicano di fatto i confini del XX secolo evocato nel titolo, dal momento che il primo dei saggi, quello di Kramnick, apre sul concetto di moral republic nel pensiero politico dei fondatori e legge i Federalist Papers, e Bligh tocca il tema della memoria della guerra civile; mentre non tutti i contributi hanno per oggetto gli Stati Uniti dato che Marcello Flores affronta il tema a lui caro della memoria dei conflitti comparando i casi del Sud Africa, dell’Argentina e della Polonia.
Centrale appare il tema della famiglia, che attraversa tutte e cinque le sezioni, dedicate rispettivamente alle politiche della memoria; al gender e alla storia del pensiero sociale; a soggettività, identità ed espressione letteraria; alla storia sociale; nonché esplicitamente alla storia della famiglia. L’attenzione alla famiglia torna infatti nell’ambito di un discorso più incentrato sulla letteratura (Daniela Daniele, Alide Cagidemetrio), ma anche in contributi di taglio più antropologico come quello di Simone Cinotto, nella riflessione sui celebri fireside chats di Roosevelt (Vaudagna), nell’analisi del rapporto delle madri con il Children’s Buro (Vezzosi) ma anche nel saggio di Marco Mariano sulla giornalista Anne O’Hare McCormick dagli anni Venti agli anni Cinquanta e non solo.
Vale però la pena di precisare che i confini delle sezioni del volume non sono sempre chiaramente identificabili: di fatto, essi appaiono osmotici anche perché in un approccio culturalista e molto attento al tema del gender l’uso delle fonti letterarie e la messa a fuoco della costruzione sociale dei ruoli di genere accomunano non di rado testi che parrebbero attinenti a sezioni diverse.
Da segnalare infine il fatto che il volume, come gli altri della collana ?Nova Americana in English? è disponibile anche in formato elettronico.

Ilaria Porciani