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Storia fotografica di Roma: 1940-1949. Dagli orti di guerra al neorealismo – 2003

Aa.Vv.
Napoli, Intra Moenia, pp. 281, euro 50,00

Anno di pubblicazione: 2003

Terreno promettente ma a tutt’oggi quasi inesplorato, quello del racconto della storia attraverso la fotografia meriterebbe forse una maggiore attenzione da parte degli studiosi e del mondo editoriale. E questo in considerazione del rinnovato interesse da parte dei lettori per questo genere di prodotti, che fa di essi uno strumento particolarmente efficace per la comunicazione scientifica. Sorprende perciò di trovare ancora sugli scaffali delle librerie volumi non di rado di notevole pregio compositivo, accompagnati da testi che, anche se corretti dal punto di vista informativo e in alcuni (rari) casi elaborati da storici, mostrano, oltre alla debolezza del progetto editoriale, un’imperdonabile scollamento con l’apparato iconografico e una quasi totale assenza di analisi delle fonti fotografiche.
La nuova Storia fotografica di Roma (un progetto ambizioso che prevede ben otto volumi) della casa editrice napoletana Intra Moenia rientra a pieno titolo in questa categoria. Si tratta di una serie di volumi fotografici organizzata cronologicamente (ogni volume copre un decennio, una periodizzazione pratica ma storiograficamente discutibile) senza alcun impianto narrativo; una sorta di disordinato album di famiglia, di zibaldone che sembra costruito più dal caso che da una redazione. Ogni anno costituisce un capitolo ed è corredato da foto tratte dai numerosi archivi romani che conservano la memoria fotografica della città, da una cronologia degli avvenimenti e da ritagli di giornale o brani di libri sulla storia del periodo senza alcuna relazione con l’apparato fotografico. Anche le foto del resto non hanno un legame logico o contenutistico tra di loro e si passa così da Gina Lollobrigida a Gugliemo Giannini senza soluzione di continuità. Il racconto della ?storia? (termine evidentemente abusato), nella sua dimensione evenemenziale come in quella tematica, e anche la storia della fotografia, sono del tutto assenti.
Se certamente non tutti i progetti editoriali devono rispondere a finalità scientifiche, si può dire che quello della storia contemporanea, sia per la grande disponibilità di fonti visive sia per il sempre rinnovato interesse dei lettori, si presenti come il settore più esposto a iniziative di carattere puramente commerciale. Specialisti ed editori devono inoltre riflettere sul fatto che per il grosso pubblico i libri illustrati (e più in generale i media di massa) sono oggi, una volta conclusi gli studi, il principale veicolo di conoscenza della storia.

Gabriele D’Autilia