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Ugo Coccia e la generazione degli esuli – 2001

AA.VV.
Atti del convegno storico culturale su ?Ugo Coccia e la generazione antifascista

Anno di pubblicazione: 2001

L’occasione per questa rivisitazione della figura e dell’opera del socialista Ugo Coccia, è stata offerta da un convegno tenutosi a Rieti il 12 marzo 1999, organizzato dalla Fondazione Filippo Turati e dalla Fondazione Pietro Nenni e con la partecipazione della Fondazione Basso, della Fondazione Modigliani e dell’Istituto Anna Kuliscioff di Milano. Si tratta di un omaggio dovuto, considerando soprattutto che Coccia è stato segretario del Psi nel periodo più difficile del partito, quello dell’aperta clandestinità dopo la svolta delle ?leggi fascistissime? del 1926 e la necessità di continuare il lavoro all’estero, particolarmente in Svizzera e in Francia. Nondimeno, Coccia non è certamente una figura molto nota nella storia del Psi, soprattutto per la sua breve permanenza alla guida del Psi come segretario generale interrotta dalla sua morte prematura nel 1932 causata da una cardiopatia conseguenza di una malattia reumatica contratta in trincea durante la Grande Guerra. Ma in quegli anni, caratterizzati dalla difficile convivenza del Psi con gli altri partiti della Concentrazione antifascista e soprattutto con l’intraprendente ?Giustizia e Libertà? di Carlo Rosselli, la figura di Coccia riesce comunque a far crescere il partito, arrivando alla riunificazione tra componente massimalista del Psi e il Psuli con il ?Congresso dell’unità? a Parigi, il 19 e 20 luglio 1930, e risultando eletto segretario della nuova formazione. Ed è sempre Coccia, nel luglio 1931, a firmare l’accordo con ?GL? per il lavoro clandestino in comune, in Italia e all’estero. La malattia lo costringe a cedere il passo a Pietro Nenni, che apre al suo posto il Congresso del Partito che si sarebbe tenuto dal 31 dicembre 1932 al 1° gennaio 1933: Coccia era scomparso la sera del 23 dicembre.
La giornata di studio è stata animata dalle relazioni di Maurizio Degl’Innocenti (Il profughismo e la generazione di Ugo Coccia), di Santi Fedele (La condizione dell’esule) e di Mauro Ferri (Ugo Coccia massimalista unitario); vi sono anche interventi di Gaetano Arfè e del figlio di Coccia, Franco. Ma soprattutto va segnalata la ricca appendice documentale a cura di Silvia Bianciardi, con fotografie, documenti informativi tratti dal Casellario Politico Centrale ? che, come ogni addetto ai lavori sa, è una delle fonti di informazione più ricche sulla emigrazione antifascista ?; lettere provenienti sempre dal Cpc e alcuni articoli di Coccia scritti sia per ?Rinascita Socialista?, organo di stampa del Psuli diretto da Giuseppe Emanuele Modigliani, sia per l’?Avanti!?, organo del Psi.
Unico appunto che ci si sente di fare all’editore e ai curatori della collana, è la mancanza di un indice dei nomi che, in presenza di lavori come questo dove coesistono relazioni di un convegno con un’ampia appendice documentale, permetterebbe di fare del volume non solo un utile testimonianza, ma anche un ottimo strumento di lavoro. Pur tenendo presente la noia della compilazione di un indice dei nomi, l’ottima Silvia Bianciardi una volta fatto trenta?

Piero S. Graglia