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Accademia Nazionale di Agricoltura – L’agricoltura verso il terzo millennio attraverso i grandi mutamenti del XX secolo – 2002

Accademia Nazionale di Agricoltura
Bologna, Avenue media, pp. 794, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2002

Si tratta di un imponente volume, composto da ventiquattro saggi, ai quali hanno concorso trentatré autori, specialisti a livello universitario dei singoli settori. Vi si sommano alcuni, brevi, lavori di sintesi, e molte approfondite analisi su specifici temi, quasi nella totalità dedicate all’Italia: selvicoltura, colture erbacee, bonifiche, zootecnia, frutticoltura, fertilizzazione, meccanizzazione, genetica vegetale e animale, conoscenza e istruzione agraria, per esemplificare. Fa da Introduzione il saggio di Luigi Cavazza, presidente dell’Accademia organizzatrice dell’iniziativa.
Cavazza propone, in modo convincente, una periodizzazione della storia dell’agricoltura italiana nella quale attribuisce forte significato alla fase fascista: è allora che si avvia una politica di intervento organico da parte dello Stato, destinata a crescere nel secondo dopoguerra. Nel contesto delle opportunità generali, e in particolare delle opportunità tecniche, degli anni Cinquanta e Sessanta, la resa unitaria ha preso quella rincorsa destinata, in molti casi, a incrociarsi, a un certo punto del suo slancio, con la linea discendente della superficie coltivata. Già dalla fine degli anni Sessanta, nota Cavazza, cominciano a palesarsi i disagi dello sviluppo, riassumibili, per un verso, nella questione delle eccedenze e, per un altro, nelle problematiche ambientali e sanitarie. Ma i modi per attutire quei disagi sono da mettere in relazione anche alle vicende del Terzo mondo, possibile venditore di prodotti agricoli o al contrario di prodotti industriali. Nell’incertezza degli scenari macroeconomici, Cavazza giudica il futuro del settore primario ?piuttosto nebbioso? (p. 34) e invita alla prudenza.
Per l’intanto il volume segnala con energia, in molti dei suoi saggi, un cambio nella percezione del ruolo dell’agricoltura. Identificata soprattutto con la sua funzione produttiva fino a non molto tempo fa, oggi l’agricoltura appare caricata di una funzione fortemente conservativa del suolo, del territorio, dell’ambiente. Si dice a chiare lettere che l’agricoltura svolge un servizio sociale che riguarda tutta la collettività e quest’ultima deve farsene carico. Così, ad esempio, nel caso delle bonifiche, non più pensabili in termini di esclusivo interesse agricolo. O nel caso dell’allevamento del bestiame, da ritenere una missione al servizio del Paese, correggendo l’attuale indirizzo che fa abbandonare ampie aree al degrado e chiudere gli animali in gabbie individuali.
L’opera è ricca di aspetti interessanti, anche se dominata da un taglio tecnico. C’è da notare che gli uomini delle campagne, come essi sono diventati, i loro problemi, sono, nell’insieme, assai poco presenti. Una loro immagine, la più vivida, ha il volto sparuto e perplesso dei contadini dei paesi post-socialisti, alle prese, scrive Andrea Segré nel saggio sulle sue esperienze nelle realtà ex-comuniste, con un ?ultraliberismo dogmatico e integralista? (p. 101).

Giacomina Nenci