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Culture politiche e territorio in Italia (1945-2000) – 2004

Adriana Castagnoli (a cura di)
Milano, Franco Angeli, pp. 320, euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2004

Questo curato da Adriana Castagnoli è un volume prezioso che raccoglie gli interventi e i saggi presentati nell’ottobre del 2000 al convegno Culture politiche e territorio tenutosi a Torino. Prezioso perché rappresenta un utile strumento di lavoro per gli studiosi, offrendo una prima mappatura degli archivi politici privati del Piemonte, dove sono conservati documenti, spesso inediti, utilizzabili nella ricostruzione degli atteggiamenti di lungo periodo degli amministratori locali e della storia dei partiti dal secondo dopoguerra.
Diviso in tre parti, nella prima il libro presenta un quadro generale del sistema politico italiano dal 1945 ai giorni nostri: emerge come nel processo di costruzione del nuovo assetto repubblicano le organizzazioni politiche, pur essendo ?veicoli di integrazione determinanti ai fini della tenuta della società?, si siano troppe volte adattate ai localismi che connotano la penisola, finendo col rispecchiare ?l’identità frammentata e incompiuta del Paese?. Particolarmente interessante è il saggio di Paolo Pezzino che tratta in modo approfondito della complessa creazione dell’identità collettiva degli italiani dopo la seconda guerra mondiale, riflettendo sui motivi per cui la resistenza e l’antifascismo non riuscirono ad imporsi come mito fondante della memoria nazionale. Seguono poi gli interventi di Bouillaud e Dematteo che riprendono le radici dell’?autonomismo nordista? in Lombardia e di Roberto Chiarini che analizza l’?ideologia dell’antipolitica?, che sarebbe una caratteristica propria di Milano, ?capitale morale? d’Italia, contrapposta a Roma, ?capitale politica?. Alla questione dello sviluppo e dei cambiamenti sociali nelle città di regioni tradizionalmente ?rosse? come l’Emilia, le Marche e la Toscana si richiama invece Francesco Ramella, che insiste sul ruolo rilevante che la politica ha avuto in queste zone sia nel sostenere la crescita economica che nel preservare l’integrazione sociale. In virtù di tale binomio è stato così possibile raggiungere significativi valori di reddito procapite e di qualità della vita, facendo di alcune città un modello esportabile. Il saggio di D’Antone consente poi di allargare lo sguardo anche alle istituzioni e alle economie efficienti del Mezzogiorno. Infine il contributo della curatrice, incentrato sul rapporto tra industria pubblica e territorio a Torino nei primi anni del centrosinistra, introduce la seconda sezione del volume dove viene approfondito il tema della formazione di una nuova classe dirigente in Piemonte (provincia per provincia) a partire dalla caduta del regime fascista sino ad arrivare agli anni Novanta.
Le sessanta pagine conclusive dell’appendice rappresentano forse la parte più ricca, presentando l’elenco dei fondi conservati in archivi privati, o in quelli di istituti della Resistenza provinciali o delle sezioni dei vari partiti.

Andrea Villa