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Alberto Melloni (a cura di) – Angelo Dell’Acqua prete, diplomatico e cardinale al cuore della politica vaticana (1903-1972) – 2004

Alberto Melloni (a cura di)
Bologna, il Mulino, pp. 253, euro 20,50

Anno di pubblicazione: 2004

Far nuova luce, con contributi che si avvalgano dei necessari strumenti archivistici, sul nodo intricato dei rapporti fra società civile e istituzione religiosa e sulle relazioni tra i diversi soggetti presenti ai vari livelli della gerarchia ecclesiastica è opera utile, che riserva non poche sorprese mostrando inediti spaccati della vita ecclesiale e offrendo spunti di riflessione fecondi per l’interpretazione storiografica. A volte si scoprono anzi profili inattesi di personaggi rimasti ai margini della storiografia, per il ruolo defilato che hanno sostenuto, ma che invece si sono trovati negli snodi cruciali della politica vaticana e le cui doti personali sono state essenziali al suo svolgimento. La personalità, si dice, spesso fa la differenza. Lo dimostra Angelo Dell’Acqua, la cui biografia è opportunamente ripensata dal volume che raccoglie i contributi presentati in occasione della commemorazione del settembre 2003. Si tratta del punto di arrivo di un’indagine sviluppata con materiale inedito ? anche se incompleto per le perduranti limitazioni archivistiche ? e volta a riscoprire il percorso biografico di una delle figure più autorevoli del mondo cattolico prima e dopo il Concilio, dalla formazione all’interno della Chiesa lombarda, ai primi passi nella carriera diplomatica in Oriente, sino all’inserimento nella Segreteria di Stato. Un ruolo, quello di Dell’Acqua, davvero importante, anche perché a partire dagli anni Cinquanta il prelato divenne interlocutore qualificato del mondo politico italiano e internazionale, in un’epoca decisiva per la storia della Chiesa.
La rilevanza di questa figura è sottolineata dall’intervento introduttivo di Alberto Melloni, che ne evidenzia la ?longevità? politica e il grado di affidabilità e di autorevolezza come ?portavoce? di diversi pontefici. Ennio Apeciti indaga la formazione e il periodo in cui Dell’Acqua fu segretario del cardinale Eugenio Tosi. Maria Carosio si occupa invece degli anni 1931-1938, vale a dire il periodo dell’apprendistato diplomatico di Istanbul e del rettorato al Collegio romeno. Mauro Velati ricostruisce la fase della guerra, in cui Dell’Acqua fu minutante nella Segreteria di Stato a fianco del cardinale Tardini, con funzioni sempre più delicate, come il soccorso degli ebrei e la salvezza di Roma. Enrico Galavotti analizza i rapporti fra il sostituto e la politica italiana dal 1953 al 1967 e Marco Impagliazzo approfondisce la cura pastorale verso la Chiesa di Roma, nel travagliato periodo postconciliare. Da ultimo, Mauro Lanfranchi dà notizia della documentazione conservata a Sesto Calende, paese natale del cardinale. Ne risulta un’immagine notevole, di pastore e di diplomatico insieme, che coniuga nella propria persona fedeltà e libertà di giudizio, lealtà a tutta prova ed intelligente messa in opera delle direttive pontificie, a dimostrazione che non sempre vale il paradigma storiografico, tante volte applicato alle vicende del mondo cattolico italiano, secondo il quale vi sarebbe una contrapposizione insanabile tra obbedienza assidua e creatività personale.

Maria Bocci