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Aldo Carera (a cura di) – Terre di Lombardia. Per una lettura dello sviluppo economico regionale tra XVIII e XX secolo – 2002

Aldo Carera (a cura di)
Milano, ISU, pp. 426, euro 22,50

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume è una raccolta di saggi sullo sviluppo economico lombardo tra la fine del ?700 e la metà del secolo scorso e si presta a due diversi utilizzi. Il primo, esplicitamente dichiarato dal curatore è quello didattico. Il secondo, forse non del tutto consapevolmente perseguito, è quello della testimonianza culturale, dell’affermazione cioè di una corrente di pensiero e di un modello interpretativo dello sviluppo regionale.
Non sta a noi stabilire quanto le nuove generazioni di studenti potranno effettivamente trarre giovamento dalla lettura di questa raccolta di studi locali. Il volume, articolato in saggi di settore o in contributi riferiti alle principali aree geografiche, è presentato quasi a voler sottolineare, per mezzo della forza esplicativa della storia, la lontananza dalle tradizioni della terra lombarda delle asprezze che attraversano in questi anni il sistema politico e sociale della regione. Certamente la rassegna rappresenta un’interessante occasione di riflessione che si offre agli storici di professione sulla persistente validità di un approccio analitico che è interamente rivolto allo studio di un sistema di sviluppo economico locale di straordinario rilievo, qual è quello milanese, visto nella sua unicità, e nella sua irriproducibilità.
Negli ultimi anni sono stati compiuti svariati tentativi di rilettura della storia lombarda cercando la via della contaminazione tra diverse discipline e sperimentando la comparazione con differenti contesti nazionali e internazionali. L’affermazione delle élites economiche e sociali, le parabole delle famiglie imprenditoriali, le dinamiche del capitalismo e dei sistemi produttivi locali sono stati posti al vaglio della grande modellistica internazionale. I temi della modernizzazione e delle sue possibili alternative hanno fatto da sfondo alle ricostruzioni del progredire del contesto economico sociale in una regione che per prima ha conosciuto l’affermazione del sistema di fabbrica e che ora sta elaborando una nuova forma di sviluppo che può prescindere dalla presenza delle grandi unità produttive.
Gli autori del volume si presentano come un gruppo straordinariamente coeso attorno ad alcune figure eminenti che lavora nel solco tracciato dall’opera di Mario Romani. I saggi evidenziano la volontà di contrapporre alle suggestioni della recente modellistica la solidità di un impianto ideale che, in ultima analisi, poggia le proprie basi sul pensiero di Carlo Cattaneo. L’equilibrio agricolo commerciale sette e ottocentesco, lo sviluppo manifatturiero sostenuto dalla cooperazione delle diverse aree subregionali, la pianura, la collina e la fascia montana, il ruolo di Milano, il reticolo urbano dei piccoli e dei medi centri, costituiscono le quinte di uno scenario che nella visione del gruppo di studiosi può essere visto solo in forma unitaria ed esclusivamente all’interno di un orizzonte di lungo periodo. Lo dimostra con efficacia Luca Mocarelli nel bel saggio che, nella prima parte del volume, si assume il compito di esplicitare un’impostazione che oggi appare tesa più alla conferma di una nobile tradizione storiografica, da Luzzatto a Ciasca, da Greenfield a Caizzi, da Pugliese a Sapori, da De Maddalena a Vianello, piuttosto che alla ricerca di una novità interpretativa.

Nicola Crepax