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Aldo Giannuli – Dalla Russia a Mussolini, 1939-1943. Hitler, Stalin e la disfatta all’est nei rapporti delle spie del regime – 2006

Aldo Giannuli
Prefazione di Mauro Canali, Roma, Editori Riuniti, 324 pp., euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2006

Poche fonti quanto le carte della Polizia politica fascista hanno consentito in questi anni di ridisegnare profili dettagliati, pur se e a volte contraddittori, di avvenimenti, biografie e fatti prima considerati in larga parte già accertati. Sulla scorta di una documentazione rinvenuta presso gli archivi del Ministero dell’Interno, Aldo Giannuli ha esaminato l’intelligence che l’OVRA raccolse durante la guerra concentrandosi sulla gigantesca operazione che condusse la Germania nazista a muovere contro l’URSS la sua potente macchina bellica. Dopo un’accorta e persino troppo dettagliata introduzione sulle fonti, in cui l’autore individua (quando possibile) gli estensori delle informative e il ruolo ricoperto da ciascuno nel servizio informativo fascista, Giannuli ripercorre le fasi della guerra anticipando quelle che con il trascorrere dei mesi divennero anche le «voci» che l’opinione pubblica italiana apprese di quella guerra lontana e straordinaria. Era dunque vero che la macchina bellica tedesca era invincibile? Conveniva (e per quale ragione) negare l’evidenza di un conflitto sanguinoso e dall’esito incerto? Possibile che Stalin, prima del giugno del 1941, si apprestasse a lanciare per primo una offensiva contro la Germania, ritenendo ormai inevitabile lo scontro? I soldati sovietici erano così impreparati e inetti come la stampa li descriveva? E le loro armi erano realmente antiquate e inadatte alla difesa della Russia bolscevica? Gl informatori appresero e riferirono dal fronte di guerra e da fonti diplomatiche ciò che la stampa del regime non poteva e non doveva rivelare, cioè che l’URSS fu presto in grado di attutire l’urto delle divisioni tedesche con una «difesa flessibile» e dispiegando nuove armi, tra cui il formidabile carro armato T32, veloce sia su ruote sia su cingoli e capace di operare a temperature estreme. Persino infastiditi dalle trionfali dichiarazioni della stampa italiana, i fiduciari dell’OVRA ricordarono che Berlino non rendeva neppure noto il numero delle vittime tedesche; le perdite erano in realtà ingenti, forse «milioni». Per ciascuna fase della guerra gli informatori dunque furono lo specchio fedele di un drammatico scontro di cui il regime di Mussolini si adoperò in pubblico per negare la reale natura e svolgimento. Al contrario di ciò che radio e giornali dichiaravano, gli informatori ammisero che lo sforzo titanico intrapreso dalla Germania era destinato inesorabilmente a infrangersi. Se Mussolini avesse consegnato ai tedeschi un milione di soldati italiani, come tutto allora lasciava presagire, questi sarebbero andati incontro a una sorte tragica e del tutto prevedibile.

Dario Biocca