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Alessandro Pastore – Alpinismo e storia d’Italia. Dall’Unità alla Resistenza – 2003

Alessandro Pastore
Bologna, Il Mulino, pp. 284, euro 21,00

Anno di pubblicazione: 2003

Esiste una storia dell’alpinismo, in genere scritta dagli stessi protagonisti, che consiste per lo più nella narrazione soggettiva di imprese ed eventi legati alla pratica e all’esperienza della montagna.
Nella vasta ricerca di Alessandro Pastore, invece, storia e alpinismo si intrecciano in modo del tutto inedito, smentendo innanzitutto il pregiudizio che vuole incontaminato ? e quindi apolitico ? tutto ciò che accade oltre una certa quota. Come nota lo stesso autore, mancava negli studi italiani ?uno sguardo rivolto alle forme della conoscenza e della frequenza della montagna? che fosse insieme ?attento alla riflessione su alcuni snodi della storia generale che incidono sulle modalità culturali ed associative dell’alpinismo italiano?. Gli snodi menzionati sono quelli cruciali con cui la storiografia è abituata a confrontarsi: la costruzione dello Stato unitario, l’emergere del nazionalismo, la partecipazione alla Grande Guerra, il biennio rosso, il fascismo, la Resistenza. Lo studio di Pastore tiene sempre conto dello sfondo politico, e anzi lo fa continuamente interagire con le vicende dell’alpinismo italiano. Ne deriva così un’interessantissima storia della mentalità, delle idee, della cultura che stanno dietro l’attività alpinistica e le forme di aggregazione sociale a essa correlate.
Alpinismo e storia d’Italia recepisce la premessa fondamentale dei più recenti studi sull’attività sportiva in generale: lo sport è un potente veicolo di identificazione sociale e politica ed è intrinsecamente legato al contesto in cui viene praticato. Se l’alpinismo nasce aristocratico e sabaudo, come afferma l’autore, ha poi però una sua storia ramificata e complessa che va dall’irredentismo, al fascismo, alla guerra di Liberazione. Lo stesso CAI, il Club alpino italiano, è studiato qui come centro di sociabilità, all’interno del quale, va da sé, si stabiliscono o confermano relazioni politiche, sociali, economiche, e anche personali che si modificano nel tempo. Analizzando gli elenchi e le professioni degli iscritti, le riviste e i bollettini del CAI, le guide di montagna, i libri dei rifugi (quei grandi registri blu su cui alpinisti ed escursionisti scrivono un commento sulla salita, appongono la loro firma e dichiarano la sezione di appartenenza), e utilizzando anche fonti di polizia e prefettizie, Pastore ribadisce l’importanza di studiare i club, i sodalizi, le associazioni per interrogarsi su cosa succede di socialmente e politicamente rilevante mentre la gente ?passa il tempo? e su come analogamente il mito della montagna venga costruito, vissuto e rielaborato contestualmente ai grandi fatti della storia d’Italia. Alpinismo e storia d’Italia suggerisce agli storici ? e, perché no, agli alpinisti ? l’opportunità di interpretare la montagna come un luogo storicamente prodotto, e proprio per questo fa sperare in una nuova stagione di ricerche imperniate sulla pratica e sulla cultura dell’alpinismo.

Giulia Beltrametti