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Alessandro Polsi – Storia dell’ONU – 2006

Alessandro Polsi
Roma-Bari, Laterza, VII-247 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2006

Non è facile scrivere delle Nazioni Unite date le ricorrenti fantasticherie su un governo, un diritto e una pace mondiale o, d’altra parte, le filippiche unilateraliste dei conservatori statunitensi contro l’idea stessa d’organizzazione internazionale. Polsi riesce invece a trascendere (pur senza ignorare) queste visioni teleologiche e ci offre un’attenta ed equilibrata ricostruzione dell’accidentato percorso di un’organizzazione complessa, evidenziandone pregi e limiti nei diversi momenti della sua vicenda per arrivare a delineare un persuasivo bilancio storico. Il pregio del libro (che include un saggio bibliografico e un’appendice con alcuni dei documenti chiave di questa storia) sta nell’intrecciare le dinamiche delle diverse idee su ciò che l’ONU avrebbe dovuto essere con la descrizione delle sue effettive procedure ed istituzioni, e dei loro mutamenti nel corso del tempo. Soprattutto, le continue interazioni tra quei due piani sono analizzate sullo sfondo mobile delle relazioni internazionali e raffrontate alle tensioni che di volta in volta emergono e alle soluzioni che i numerosi protagonisti ? dalle superpotenze alle ONG, dai nuovi paesi indipendenti alla stessa tecnocrazia internazionale ? esigerebbero dall’ONU. Costruito in progressione cronologica, il testo evidenzia le fasi che scandiscono l’espansione e trasformazione dell’organizzazione, il variare delle egemonie politiche che in essa si riflettono, il mutare dell’agenda che le viene affidata e quindi delle funzioni che essa tenta di assolvere. Ne emerge un ritratto assai variegato, in cui è possibile cogliere tanto il positivo impatto cumulativo di un percorso declaratorio ma anche gestionale in favore dei diritti umani, della cooperazione o del peacekeeping, quanto le debolezze di fronte agli Stati più potenti, i fallimenti operativi o i momenti di più incongrua strumentalità. Benché meno propenso dell’autore ad accreditare le potenzialità iniziali di ridefinizione delle relazioni internazionali, o il valore ideale di una nozione forte di collaborazione mondiale, trovo che il bilancio delle storia dell’ONU che egli traccia sia persuasivo nei suoi chiaroscuri, ben argomentato nei passaggi più difficili o ambigui, e decisamente utile per inserire fattivamente il fattore ONU nella storia globale del secondo Novecento o anche solo nella storia delle relazioni internazionali. La conclusione aperta, sui pregi di «una complessa amministrazione internazionale, dotata di grandi competenze» (p. 182) che ha non sempre, ma spesso, dimostrato la sua utilità per un’agenda di democratizzazione, pacificazione, riequilibrio economico e rispetto dei diritti umani compendia l’approccio storico e non teleologico di Polsi. Per tutto questo, oltre che per la scorrevole chiarezza del testo, si tratta di un libro molto proficuo per gli studiosi, per la didattica e per la divulgazione colta. L’unico infortunio che tocca segnalare riguarda la guerra di Corea: l’URSS fu colta in contropiede dal ricorso americano all’ONU, ma l’attacco nordcoreano non può definirsi «inaspettato» (p. 58), visto che era stato autorizzato da Stalin e pianificato con l’aiuto di consiglieri sovietici!

Federico Romero