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Alle origini dei partiti. La Federazione Socialista Toscana (1893-1900)

Donatella Cherubini
Manduria, Lacaita, 460 pp., € 25,00

Anno di pubblicazione: 2017

Attraverso l’utilizzo di un ampio materiale di archivio e di fonti a stampa viene accuratamente ricostruita la storia della Federazione Socialista Toscana dalla sua nascita, nel 1893, al suo scioglimento nel 1900. All’inizio del secolo, il partito assunse una struttura verticale e alle federazioni regionali si andarono a sostituire quelle provinciali. Questa scelta organizzativa era funzionale alla fondazione di un partito più strutturato e centralizzato. In questa fase si venne infatti a definire una precisa fisionomia del partito, con la supremazia del gruppo parlamentare, dell’«Avanti!» e delle grandi sezioni cittadine, limitando così gli spazi di autonomia delle federazioni regionali. Questo primo aspetto ci permette di evidenziare quella che è la caratteristica principale di questa ricerca, cioè il dialogo continuo fra la storia locale e quella nazionale. In questa ottica, per comprendere al meglio le vicende della Federazione Toscana, bisogna far riferimento al più ampio processo di formazione dei partiti politici di fine ’800, visto che il caso toscano presenta caratteristiche simili ad altri casi nazionali. Si pensi, ad esempio, all’origine della Federazione, rinvenibile nel variegato mondo dell’associazionismo i cui tratti di fondo erano l’anticlericalismo, molto diffuso in Toscana, l’intransigenza verso la competizione elettorale e la scarsa penetrazione nelle campagne.
Nel volume, una riedizione, cui sono state apportate modifiche, di uno studio condotto nel 1997, vengono quindi sottolineati i momenti più importanti che portarono alla nascita di una struttura organizzativa dai caratteri ben definiti e la progressiva costruzione di una stabile base elettorale in regione. Oltre agli aspetti organizzativi e politici, l’a. dedica una notevole attenzione alla stampa socialista, alla propaganda e al finanziamento, rendendo questo studio molto approfondito e completo.
Tra i tanti spunti interessanti offerti dal volume, a nostro avviso, merita di essere citato il fatto che il Partito socialista, in Toscana, si sviluppò soprattutto nei centri urbani, mentre in campagna la penetrazione fu resa complicata dal sistema mezzadrile. Infatti, agli occhi dei socialisti di fine ’800, i mezzadri rappresentavano una classe privilegiata. Si tratta di un aspetto importante visto che, negli anni successivi, e soprattutto in epoca repubblicana, l’ambiente della mezzadria rappresentò l’asse portante dell’affermazione delle sinistre, in particolare quella comunista, in regione.
Il volume è arricchito da una valida Appendice in cui compaiono gli elenchi delle associazioni che diedero vita alla Federazione, i risultati elettorali della Toscana, gli statuti e altri documenti. Inoltre, viene riproposta l’Introduzione che Gaetano Arfè scrisse in occasione della prima edizione del 1997, utile a inserire il libro nel giusto contesto storiografico. Infatti, il volume qui recensito rappresenta un esempio di come la storiografia sui partiti politici abbia affrontato le mutazioni degli anni ’90 riformulando le basi teoriche e metodologiche della storia dei partiti.

Achille Conti