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Amelia Rosselli – Memorie – 2001

Amelia Rosselli
a cura di Marina Calloni, con un ricordo di Aldo Rosselli, Bologna, il Mulino, p

Anno di pubblicazione: 2001

Nell’ultimo ventennio si è riacceso l’interesse per i fratelli Rosselli, e gli studiosi non hanno mancato di sottolineare la grande influenza esercitata su di loro da una madre straordinaria, Amelia Pincherle Rosselli. Come scrive Marina Calloni nell’eccellente introduzione alle sue Memorie, Amelia è sempre stata considerata come madre più che come persona e scrittrice. È forse un fatto inevitabile, come è stato inevitabile che Carlo abbia in genere messo in ombra il fratello, lo storico Nello. E tuttavia, così come dovrebbe essere ormai evidente che l’antifascismo di Nello, fatto di una risolutezza e una intransigenza molto intima, personale e domestica, fu non meno significativo di quello più manifesto di Carlo, allo stesso modo dobbiamo convincerci che Amelia Pincherle Rosselli fu una figura eccezionale non soltanto come madre dei tre figli morti per la Patria.
La sue memorie, già utilizzate dagli studiosi e dai biografi di Carlo e di Nello, sono state però pubblicate solo adesso, con un ritardo non spiegato nemmeno dalla accurata ricostruzione della loro genesi e della loro storia fatta da Calloni, che ha saputo collocare un documento di rilievo nel suo contesto storico e culturale. È una finestra su un mondo perduto, giacché la Rosselli non fu soltanto una testimone delle tragedie sofferte dalla sua famiglia e dal suo secolo; le sue memorie evocano anche un mondo di fine Ottocento. Era nata in una eminente famiglia ebrea di Venezia, cosmopolita, poliglotta e pienamente partecipe della vita della nuova nazione alla quale legava la propria emancipazione: ?La generazione dei miei genitori apparteneva a quel periodo che risentiva ancora le benefiche conseguenze della liberazione dai ghetti? (p. 127).
Alberto Moravia, che dei Rosselli era cugino, ricordava la zia Amelia come ?severa e sentimentale?. Quella di Amelia era una onestà perfino brutale e risoluta. Le sue memorie la rivelano estremamente intelligente, volitiva e indipendente, una donna seria e assertiva e tuttavia a volte insicura, non priva di tratti puritani, di inflessibilità e di studiate finezze.
Le Memorie ? divise in tre capitoli: Balconi sul Canal Grande, che riguarda l’infanzia a Venezia, ed è impreziosito da dialoghi in dialetto; A Firenze, e La casa devastata ? si interrompono purtroppo nel 1927 e dunque non parlano degli ultimi dieci anni di Carlo e di Nello, del loro assassinio e delle peregrinazioni di Amelia fino alla sua morte nel 1954, tutti eventi evocati però con finezza da Calloni.
Vi sono osservazioni sottili sul mondo altoborghese della Rosselli e passi di grande letteratura, come quelli sull’angoscia per la morte del primogenito Aldo nella prima guerra mondiale. Ma com’è inevitabile i passi più memorabili riguardano i ?fratelli minori?, Carlo e Nello. Come scrisse Sandro Pertini nella sua presentazione del libro di Aldo Rosselli, La famiglia Rosselli. Una tragedia italiana, Amelia Rosselli ?fu sposa, madre, nonna esemplare, scrittrice finissima, veramente meritevole di essere ricordata tra le grandi italiane di questo secolo?. Marina Calloni ha il merito di aver introdotto questa ?grande italiana? a un pubblico più vasto.

Stanislao G. Pugliese