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Andrea Baravelli, Alessandro Luparini – «Con la passione di un semplice cittadino». Pier Paolo D’Attorre sindaco di Ravenna 1993-1997 – 2009

Andrea Baravelli, Alessandro Luparini
Ravenna, Longo, 200 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2009

Il volume, voluto dall’Amministrazione comunale di Ravenna per ricordare lo storico e uomo politico prematuramente scomparso nel 1997 al termine del suo mandato da sindaco, è composto da due ampi saggi. Nel primo di essi (Un «patto per Ravenna». Pier Paolo D’Attorre verso Palazzo Merlato) Alessandro Luparini ripercorre le tappe che portarono alla candidatura e alla vittoria di D’Attorre, in un quadro segnato dalla crisi di legittimità delle forze politiche della cosiddetta «prima Repubblica». In tale contesto, condizionato anche dalla novità dell’elezione diretta del sindaco, gli attori politici tradizionali cercarono di affidarsi a nuove strategie, che sapessero ammiccare alla «gente», «autentica parola feticcio (insieme alla sua declinazione colta: società civile) di quella stagione politica» (p. 27), e alla sua presunta superiorità rispetto alla società politica. Ecco allora la scelta dei repubblicani di presentarsi sotto le insegne di una Alleanza per Ravenna, declinazione locale di quella Alleanza democratica che avrebbe dovuto costituire il nuovo punto d’approdo per le forze laiche. Ecco la decisione del Pds di affidarsi alle elezioni primarie per la scelta dei candidati. Ecco il massiccio utilizzo del marketing politico nella campagna elettorale. La stessa sinistra si convinse che «l’elettore […] non era molto diverso da qualsiasi altro consumatore; pertanto, alla stregua di qualsiasi altro consumatore, doveva essere blandito, allettato, sedotto» (p. 53).Nel secondo saggio (I tempi stretti della stabilizzazione. L’azione amministrativa e politica della Giunta D’Attorre) Andrea Baravelli ricostruisce la vicenda amministrativa della nuova giunta comunale, la quale dovette affrontare uno dei passaggi più delicati della storia recente della città. Il crack del gruppo Ferruzzi, il suicidio di Raul Gardini, il declino della chimica italiana e la più generale crisi economica dei primi anni ’90 costrinsero l’amministrazione cittadina a compiere scelte importanti in tempi molto stretti, allo scopo di ridefinire l’assetto economico e urbanistico della città, cercando al contempo di preservare un livello di welfare e di politiche culturali adeguato alla tradizione del cosiddetto «modello emiliano-romagnolo». Tutto ciò mentre si realizzava una profonda trasformazione della macchina amministrativa, resa indispensabile dai mutamenti innescati dall’elezione diretta del sindaco.La ricerca compiuta dai due aa. si avvale della stampa locale, di alcuni archivi di partito, dell’archivio personale di D’Attorre e dei verbali del Consiglio comunale. Il lavoro non ha potuto ovviamente servirsi di una storiografia neppure embrionale: si tratta di un interessante «allungo» sui tempi della letteratura, e fornisce molti elementi di riflessione su quella fase di cambiamento per il sistema politico nel suo complesso, per le amministrazioni locali e per la funzione di sindaco in particolare. Forse un confronto, almeno abbozzato, con quanto stava accadendo in altre città capoluogo avrebbe potuto rafforzare le argomentazioni e le conclusioni degli aa.

Bruno Ziglioli