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Andrea Colli – The history of family business 1850-2000 – 2003

Andrea Colli
Cambridge, Cambridge University Press, pp. 100, £ 9,99

Anno di pubblicazione: 2003

Negli ultimi anni l’autore ha studiato in maniera originale la piccola e media impresa italiana, dedicandovi lavori che hanno ovunque suscitato interesse. Questo studio, che appare nella collana che l’Economic History Society pubblica da tempo per dar conto dello stato dell’arte su un determinato soggetto, rappresenta un’importante novità specialmente per il lettore internazionale. Abituato da sempre a considerare l’impresa quasi esclusivamente nella sua grande dimensione, pur con le molte varianti nazionali, solo da pochi anni si è imbattuto in una serie di lavori che, pur senza rovesciare paradigmi precedenti, mettono in luce come ovunque ? e non solo in taluni paesi notoriamente inclini a basare la loro performance industriale sulle piccole e medie imprese ? ci sia stato e ci sia spazio per l’impresa familiare. Una lunga serie di case studies si è allineata idealmente sugli scaffali dello storico dell’impresa, imponendogli una parziale revisione degli approcci analitici e interpretativi sino ad oggi prevalenti. Giunto a proporsi all’attenzione generale dopo la fortunata, ma breve stagione del campo di studi che prese il nome di ?alternative storiche alla produzione di massa? (di cui Piore, Sabel e Zeitlin furono i massimi interpreti), questo nuovo filone di indagine rappresenta, per molti versi, la nuova frontiera della business history. La spettacolarità dei risultati raggiunti dalle imprese di grandi dimensioni non viene messa in discussione. Semmai, si evidenziano angolature di letture che riportano al centro dell’indagine e delle questioni poste dallo storico la famiglia, intesa come luogo della riproduzione sociale ed economica, ma anche come fattore di stabilizzazione di lungo periodo persino nei delicati equilibri degli assetti proprietari delle imprese, grandi e piccole. Pur nella sua stringata sintesi, vincolo editoriale e cifra stilistica della collana, lo studio di Colli mette in luce tutti le principali questioni, sia metodologiche sia interpretative, che impone un’analisi del rapporto tra famiglia e impresa, dagli aspetti definitori alla distribuzione geografica e settoriale, dalla dimensione culturale al rapporto tra proprietà e gestione manageriale, al delicato passaggio generazionale. Se una conclusione è possibile, per Colli, essa mette in luce meridiana l’estrema diversità delle imprese familiari, che possono assumere dimensioni grandi o piccole, essere delle multinazionali o mantenersi ad un livello più modesto sul piano dimensionale e magari legato ad una strategia aziendale monoprodotto, ma non per questo meno performante. Ciò che colpisce, aggiunge l’autore, è la scarsa correlazione tra questo apprezzamento e la relativa scarsità di studi che diano conto dell’evoluzione nel tempo delle imprese familiari e delle loro strategie, come pure una più attenta valutazione dei ?vantaggi competitivi? che questo genere di impresa presenta, ieri come oggi. Le resistenze teorico-analitiche e le persistenti incrostazioni culturali che si ritrovano soprattutto negli studiosi appartenenti a paesi nei quali la grande impresa ha storicamente assunto il ruolo decisivo impongono uno sforzo storiografico supplementare per introdurre flessibilità di approcci analitici e fantasia nella ricerca.

Luciano Segreto