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Andrea Giuntini – Cinquant’anni puliti puliti. I rifiuti a Firenze dall’Ottocento alla Società Quadrifoglio – 2006

Andrea Giuntini
Milano, FrancoAngeli, 314 pp., euro 29,00

Anno di pubblicazione: 2006

Si tratta di una lunga cavalcata storica attorno ai modi con i quali il capoluogo toscano ha affrontato l’arduo problema della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti urbani. Il volume ? che mette a frutto un filone di studi italiano ed internazionale accumulatosi in circa tre decenni ? è ricco di quadri sinottici e di statistiche, ma è tutt’altro che un’analisi asettica ad uso degli addetti ai lavori. Giuntini dipana infatti la storia di questo servizio dai tempi in cui, ancor prima dell’Unità, veniva svolto da società private che, nei mucchi di immondizie accatastati lungo le vie, selezionavano solo ciò che consentiva, attraverso primitive forme di riciclaggio, una possibile nuova utilizzazione, fino all’inizio del Novecento e all’avvento della municipalizzazione e poi all’ASNU per approdare, infine, al consorzio «il Quadrifoglio» che raggruppa più comuni dell’hinterland. Via via che descrive lo sviluppo in quantità e qualità del servizio, egli ci mostra in parallelo i ritmi di crescita della città, il suo progredire urbanistico, demografico, igienico e, infine, «ambientale». Un libro di agevole lettura, un excursus quasi avventuroso di una vicenda tormentata ma anche ricca di ipotesi, tra le quali ? di volta in volta ? i pubblici amministratori sono stati chiamati a scegliere, proponendo novità anche audaci: si pensi ai problemi relativi allo smaltimento e alla scelta della costruzione dell’inceneritore di San Donnino e alle questioni che ne sono derivate, non ultima delle quali l’atteggiamento ostile delle popolazioni interessate. L’idea, fin dal 1994, della nascita di un consorzio destinato ad interessare più comuni limitrofi ha posto il problema di una gestione unitaria per un bacino di utenza che va oltre la singola popolazione urbana e che rappresenta la forma gestionale ormai impostasi. Il processo di accorpamento delle nuove aziende «multiservizio » tramite processi di fusione costituisce forse la sfida di maggior interesse per le infrastrutture a rete, ma sconta ancora problemi di residuo campanilismo e di orgoglio provinciale. Un ulteriore pregio del lavoro risiede nella capacità dell’autore di evitare il rischio di una trattazione unilaterale del sistema di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, allargando il proprio orizzonte alla dimensione regionale e nazionale, analizzando le ripercussioni economiche e di legislazione verificatesi a tale scala e contribuendo, quindi, a colmare un vuoto di analisi. Basti ricordare qui la Legge 142/1990, che ha rappresentato per il settore una vera e propria rivoluzione, tendente a indirizzare i servizi pubblici verso uno sviluppo di natura imprenditoriale al quale la «vecchia» municipalizzata rispondeva ormai solo in parte. In particolare, l’emergere della questione ambientale ha imposto un nuovo tipo di programmazione del settore, profilando un sistema coordinato tra varie tipologie e metodi tecnici d’intervento, nessuno dei quali pare avere tuttavia la preferenza degli amministratori. È semmai nell’integrazione che viene individuata la strada per dare risposte adeguate alle crescenti emergenze ambientali in condizioni di diminuzione delle risorse economiche disponibili.

Federico Lucarini