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Andrea Graziosi – Guerra e rivoluzione in Europa. 1905-1956 – 2001

Andrea Graziosi
Bologna, il Mulino, pp. 327, euro 18,50

Anno di pubblicazione: 2001

Questo libro meriterebbe più che una breve scheda un’ampia discussione. Coinvolge infatti problemi di impostazione e riflessione storiografica a partire dalla cronologia proposta che già da sola lascia capire che si tratta di un approccio originale al cui centro sta il nesso concettuale guerra-rivoluzione che viene ricostruito nei fatti e negli svolgimenti nella seconda metà del libro.
A proposte più tradizionali come quella della ?guerra dei Trent’anni? (1914-1944) si contrappone, o meglio, su questa e altre interpretazioni ben note si innesta la presentazione e la valutazione, fondata su una specifica conoscenza, del cinquantennio 1905-1956 come periodo unitario e caratterizzante dell’Europa contemporanea. L’intento preciso è di inserire più decisamente nella riflessione sulla storia europea i processi di sviluppo e di involuzione del mondo balcanico e russo con particolare riferimento al ?movimento di costruzione e ricostruzione statale? e dei regimi politici.
Dichiaratamente uno degli ispiratori del libro è Ludwig von Mises; basta del resto guardare l’indice dei nomi e ricordare che Graziosi ha curato l’edizione italiana di Stato, nazione ed economia (1919), Torino, Bollati Boringhieri, 1994, ed è l’autore dell’opera Dai Balcani agli Urali. L’Europa orientale nella storia contemporanea, Roma, Donzelli, 1999.
La domanda che si fa l’autore è bene espressa nella quarta di copertina: ?È possibile partire dagli avvenimenti terribili e grandiosi di quegli anni (1905-1956) per interpretare, unificandola, la storia europea del Novecento??. È una interpretazione che si aggiunge e si combina con le altre insistendo sulla diffusione del totalitarismo e sulla peculiarità della storia sovietica. Qui si ha solo lo spazio per dire che la lettura è utile, stimolante e piacevole, è un invito a considerare e a discutere una serie di aspetti che spesso sfuggono agli studiosi di un’Europa troppo esclusivamente occidentale. Si potrà fare solo riferimento alla struttura e all’articolazione del libro, che non si presta neppure ad essere riassunto. Il saggio si divide in tre parti. La prima è in sostanza una introduzione che rivela i più importanti punti di riferimento dell’autore: è significativo che un intero paragrafo sia dedicato a ?totalitarismo e storia sovietica?. La seconda parte ripercorre a grandi linee il retroterra dal 1789 al 1905 insistendo anche qui sulle peculiarità dell’Europa orientale. Io apprezzo molto che non si sia trascurato questo necessario sguardo al passato, anche se forse è troppo rapido e sintetico. La parte terza è la più ampia e sviluppa in oltre cento pagine la proposta principale presentata in tre atti concettuali e cronologici: I ? 1905-1923; II ? la guerra in tempo di pace; III ? 1939-1956. C’è da augurarsi che il libro abbia successo e sia discusso.

Pasquale Villani