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Angela Colella – Figura di vespa e leggerezza di farfalla. Le donne e il cibo nell’Italia borghese di fine Ottocento – 2003

Angela Colella
Firenze, Giunti, pp. 288, euro 10,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il rapporto tra donne e cibo si può leggere, come recenti studi hanno teso a dimostrare, come una storia di lunga durata; un rapporto fatto di persistenze, di trasformazioni, di rotture che si possono leggere su più piani di riflessione scientifica e metodologica (rifiuto del cibo e/o piacere del cibo, preparazione del cibo come piacere e/o dovere, il cibo e il confronto con il proprio corpo, ecc.) attraverso anche l’intreccio e il confronto di diverse discipline; un rapporto che innegabilmente costituisce un sia pur piccolo tassello di storia delle mentalità e dei comportamenti sociali.
Angela Colella, in pagine di gradevole lettura che si snodano in tre lunghi e densi capitoli, racconta, da storica, lo svolgersi di questi intrecci con particolare riferimento alla stagione dell’Italia borghese, quella della fine del secolo XIX piena di eventi e mutamenti. Era una società, quella italiana, che doveva fare i conti con le sue mille contraddizioni e difficoltà: il persistere di una diffusa economia agricola e l’avvio del processo di industrializzazione, una povertà evidente a fianco di nuove ricchezze. Anche l’alimentazione è un segno di quella realtà e le donne come procacciatrici di cibo, ma anche come consumatrici, ne sono protagoniste: hanno il compito di curare la famiglia e tra i loro doveri fondamentali vi è anche quello di procurare il cibo e prepararlo; sono loro stesse ?cibo? quando allattano i propri figli. A loro, tenuto conto di questi impegni quotidiani, ma fondamentali, si rivolge con sempre maggiore insistenza un’industria e un mercato che le vede come consumatrici e, quindi, prime e privilegiate referenti. Tutte queste questioni sono seguite dall’autrice che, tra ?doveri? e ?piaceri?, costruisce il suo percorso mettendo a fuoco il tema dell’allattamento e del baliatico seguendo il crescere del rapporto tra una funzione ?naturale’ e i dettami della scienza medico-igienista che rilancia con forza la funzione materna dell’allattamento; quello del sapere culinario, moltiplicato nel corso dell’Ottocento dal proliferare di raccolte di ricette e manuali in cui l’arte di far di cucina si accomuna a quella delle buone maniere e dell’economia domestica; quello del rapporto cibo e corpo femminile così come si andava modificando in rapporto anche ai sempre rapidamente mutevoli modelli estetico-culturali (significativo fin dal titolo il richiamo al tanto sospirato ?vitino di vespa? che costringeva le giovani signorine a dolorose rinunce o a stringersi in dolorosi e pericolosi busti); per arrivare infine al delicato, e tanto attuale, tema del rifiuto del cibo o meglio ancora del non corretto rapporto col cibo.
Un percorso di luci e ombre quello che emerge dal volume di Angela Colella, pubblicato nella collana ?Generazioni?, voluta dalla Società italiana delle storiche per valorizzare il Fondo Franca Pieroni Bortolotti, l’Archivio di studi di storia delle donne, e i lavori di storia di genere in esso raccolti.

Fiorenza Tarozzi