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Angus Konstam – Salerno 1943. The Allied invasion of Italy – 2007

Angus Konstam
Barnsley, Pen and Sword Military, XIV-172 pp., £ 19,99

Anno di pubblicazione: 2007

Si tratta di un’accurata ricostruzione dello sbarco effettuato a Salerno dagli Alleati nel settembre 1943. Si decise allora di procedere verso la penisola per sfruttare il concentramento di forze già ammassate per l’occupazione della Sicilia; si aprì così la campagna d’Italia con la promulgazione dell’armistizio e di tutto ciò che ne seguì. Konstam non si occupa di questi aspetti più generali della vicenda, ma segue con andamento diaristico le operazioni nei dieci giorni della battaglia (dal 9 al 19 settembre) ingaggiata sulla spiaggia di Salerno, i cui esiti furono a lungo incerti per la reazione tedesca, molto più decisa e concentrata che in Sicilia, per gli errori commessi dal comandante americano dell’operazione, il generale Mark Clark.I movimenti delle truppe vengono seguiti d’ora in ora e analizzate le decisioni dei comandanti. In particolare, come è tipico di questa letteratura, si analizzano i diversi punti di vista e comportamenti dei comandi britannici e americani, le cui divergenze emergono con particolare acredine per via del fatto che Salerno fu la prima operazione in cui gli americani ricoprirono un ruolo più importante rispetto agli inglesi, per il momento sul piano militare, ma ben preso anche sul piano politico. Le scelte effettuate sul campo avevano dunque un retroterra più complicato che non sempre emerge da una narrazione così minuziosamente attenta alle azioni militari nel loro svolgersi.L’utilità e l’importanza del testo per la storiografia militare è indubbia, anche perché viene colta l’opportunità di analizzare come in laboratorio una operazione congiunta con la possibilità di effettuare comparazioni sia con altri episodi della storia della seconda guerra mondiale, sia con episodi più recenti di operazioni militari congiunte. Meno affascinante la lettura per lo storico che non sia direttamente interessato a questi aspetti, anche se qua e là si possono cogliere squarci di storia sociale della guerra. Per non interrompere il ritmo diaristico queste diversioni sono contenute in apposite schede e riguardano aspetti diversi; ne segnalo due: quella sulla questione dei carri Tigre (pp. 74-75) e il racconto di un ammutinamento di soldati britannici (pp. 136 ss.). Nella prima si ha un tema classico della storia della guerra: la diffusione delle false notizie, che viene discusso per verificare l’attendibilità della memorialistica di guerra. Si parla del fatto che in molti diari di combattenti si registrano avvistamenti di carri tedeschi detti Tigre nel corso della battaglia per Salerno. Una circostanza ritenuta impossibile dall’a., per via del fatto che quel tipo di carro armato era entrato in servizio quello stesso anno, ma sul fronte russo e nessuna divisione corazzata tedesca ne era al momento provvista sul fronte italiano. Lo stress da combattimento viene chiamato in causa per giustificare la diffusissima convinzione di aver contrastato la micidiale e di lì a poco notissima arma tedesca. Ma, sarà stato un retaggio della cultura degli immigrati italiani negli Stati Uniti, di fatto anche in America la paura fa novanta.

Rosario Mangiameli