Cerca

Annalisa Dameri – Leopoldo Valizone architetto in Alessandria. Un architetto per la città negli anni della Restaurazione – 2002

Annalisa Dameri
Torino, Celid, pp. 195, euro 25,00

Anno di pubblicazione: 2002

La monografia, scaturita dalla possibilità di disporre dell’intero corpus di disegni presso l’Archivio del Comune di Alessandria, analizza l’attività dell’architetto Leopoldo Valizone dagli anni della sua formazione nella capitale, a quelli della sua attività professionale, tutta svolta entro i confini della seconda città sabauda, in una fase di forte espansione urbana e che prosegue non disturbata dalle vicende della Restaurazione.
Valizone si presenta fin da subito come un solido professionista, che insegue le attività del padre, ?semplice capomastro? ma con entrature nelle attività edilizie cittadine che fanno supporre che questa qualifica vada al di là dell’accezione comune e che altro non sia che il riflesso della confusione presente nel sistema di formazione di professionisti e addetti al settore dell’architettura, sicuramente amplificata dalla lontananza di Alessandria dai punti nevralgici della cultura accademica sabauda. Leopoldo fa rientro nella città natale, forte di una patente di architetto civile conseguita a Torino dove gli insegnamenti di Ferdinando Bonsignore lo hanno messo in grado di maneggiare con una certa disinvoltura i principi di un classicismo di taglio soprattutto pittorico, aggiornato sui progetti à la mode di provenienza sia francese sia di scuola romana. La relativa libertà da una stretta ortodossia classicista gli viene probabilmente anche dal ruolo pubblico che egli immediatamente riveste nelle faccende edilizie di Alessandria, divenendo architetto municipale nel 1814 e lasciando l’incarico, amareggiato per le misere retribuzioni, solo nel 1853, per proseguire la sua attività di libero professionista con lavori di edilizia minuta, ristrutturazioni e modifiche di edifici privati, evidenziando così ulteriormente il suo habitus essenzialmente al servizio della comunità civile.
Questo ruolo gli consente di sperimentare una grande varietà di tipi di intervento che vanno dalla scala architettonica a quella urbana. Interventi che rispecchiano fedelmente i temi compositivi e funzionali presenti in tutto lo Stato e conseguenza dei nuovi regolamenti d’Ornato: dalla parziale rettifica del tessuto urbano medievale, alle demolizioni di importanti fabbriche non più consone al nuovo decor della città e alla loro sostituzione, dal tema della piazza porticata agli ampliamenti degli edifici rappresentativi, alla costruzione dei nuovi luoghi della città borghese come scuole, il teatro, il cimitero, il mercato, il macello; difficile non andare con il pensiero a identici interventi in tutte le città degli Stati Sardi, da Alba a Pinerolo, a Ivrea, a loro volta specchio di quanto stava avvenendo nella capitale. E in tutti questi casi vediamo attivi professionisti molto vicini a Valizone per formazione e pratica: adattabili alle richiesta della committenza pubblica, non troppo ansiosi di misurarsi con problemi funzionali di stretta attualità sperimentati a Torino, come quello dell’edilizia ospedaliera, o formali come quelli del completamento di edifici risalenti all’odiata stagione del Barocco, possessori di un linguaggio architettonico legato a un classicismo sostanzialmente formale, dai confini ormai slabbrati e persistente nella provincia oltre i termini temporali convenzionalmente assegnati alla stagione neoclassica.

Elena Dellapiana