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Annalisa Di Fant – L’Affaire Dreyfus nella stampa cattolica italiana – 2002

Annalisa Di Fant
Trieste, Edizioni Università di Trieste, pp. 257, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2002

Il volume, sviluppo di una tesi di laurea, si colloca in un filone di studi, quello delle radici dell’antisemitismo italiano, che ha visto un notevole incremento negli ultimi quindici anni. Al centro dell’analisi sono gli atteggiamenti davanti all’Affaire delle due più rappresentative testate della stampa cattolica italiana, ?Civiltà cattolica? e l’?Osservatore Romano?, integrate con alcune testate di provincia della medesima area politico-culturale (es. ?L’Eco di Bergamo?). L’autrice distingue due fasi nell’atteggiamento della stampa cattolica. La prima, compresa fra il 1894, anno della prima condanna del capitano, e il 1898, quando Lazare e Zola avviano la campagna revisionista, è contrassegnato da una lettura della vicenda di Dreyfus all’interno dell’armamentario teorico classico della ?questione ebraica?, col ricorso a stereotipi quali la cospirazione ebraico-massonica contro la Chiesa, l’enorme potere conseguito dagli ebrei ecc. La seconda, dal 1898 all’anno successivo, contrassegnata dalla sospensione del giudizio sulla colpevolezza di Dreyfus, epperò associata alla condanna della politicizzazione dell’Affaire organizzata dal fronte revisionista. La Di Fant è indotta a intravvedere delle sfumature nelle posizioni del fronte cattolico italiano, fra un settore più moderato (?L’Osservatore Romano?) e testate che più insistono nella polemica antiebraica (?Voce della Verità?, ?Osservatore Cattolico? ecc.). Il fronte è comunque compatto e non presenta dubbi o cedimenti. Si può concordare sulla constatazione che la cultura cattolica trasmette all’antisemitismo ?laico?, quello per intenderci che arriva a Maurras e altri autori, numerosi stereotipi antiebraici. Forse l’unico tema di provenienza cattolica cui l’antisemitismo contemporaneo non utilizzerà sarà quello del ?deicidio?. Molto parsimonioso sarà il ricorso alla coppia ariano-semita, assente nella stampa cattolica italiana, ma presente in quella francese, a cominciare da un autore cattolico come Drumont. Invece, gli altri temi che l’autrice rileva nella stampa cattolica italiana non solo non sono diversi da quelli agitati dalla stampa cattolica di altri paesi, a cominciare dalla francese ?La Croix?, ma li ritroveremo nell’antisemitismo dei decenni successivi. Ad esempio, l’accusa all’ebreo di avere assunto il controllo della stampa è un Leitmotiv centrale dell’immaginario antisemita, che ritroviamo anche nei Protocolli e in tutti gli autori ?classici?, da Céline e Fritsch a Rosenberg, Chamberlain, Léon Daudet ecc. Crediamo tuttavia che la più significativa eredità che l’antisemitismo cattolico trasmette a quello successivo consista nella visione cospirazionista della storia: se non ogni cospirazionismo era stato antisemita, individuando in altri soggetti malefici ideatori dei piani di conquista del mondo, ogni antisemitismo diverrà necessariamente cospirazionista.

Francesco Germinario