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Annalucia Forti Messina – Malachia De Cristoforis. Un medico democratico nell’Italia liberale – 2003

Annalucia Forti Messina
Milano, Franco Angeli, pp. 329, euro 24,50

Anno di pubblicazione: 2003

Una vita esemplare, quella di Malachia De Cristoforis, di cui questa biografia restituisce l’intensità e la pienezza di interessi. Nella prima parte della sua lunga esistenza egli fu soprattutto un medico e uno studioso, nato benestante in una nobile famiglia, cresciuto agli ideali della patria, volontario nelle campagne garibaldine, sostenitore del nuovo indirizzo dell’ostetricia come specialità chirurgica e alfiere della faticosa costituzione in disciplina autonoma della ginecologia, cui diede un contributo fondamentale nel 1881 con la pubblicazione del primo trattato ginecologico italiano. Fu anche pubblicista, fondatore e direttore di riviste specialistiche, colonna portante di molte associazioni benefiche laiche, organizzatore del primo congresso internazionale per le malattie del lavoro. Dopo i cinquant’anni, De Cristoforis si dedicò alla politica tra i radicali, come naturale continuazione del suo impegno sociale: fu consigliere comunale di Milano e assessore all’Istruzione nella giunta popolare di Giuseppe Mussi, consigliere provinciale, deputato per tre legislature, senatore dal 1905. A far da ponte e da viatico tra le due fasi fu l’appartenenza alla massoneria: in tale veste egli si impegnò su molti fronti, primo fra tutti quello per la diffusione della cremazione, e guidò nel 1896 la secessione delle logge milanesi dal Grande Oriente d’Italia per protesta contro la gestione di Lemmi e i suoi rapporti con Crispi. La massoneria dissidente, che annoverò ben 36 logge e assunse la denominazione di Grande Oriente Italiano, si allineò all’estrema sinistra, impegnandosi per combattere il clericalismo, difendere i valori laici, opporsi all’offensiva liberticida del governo, e rientrò nel GOI solo dopo la svolta impressa dal nuovo gran maestro Ferrari. È proprio il ruolo di De Cristoforis nello scisma massonico e all’interno dello ?Stato di Milano? ? cioè gli aspetti per i quali egli era già noto agli studiosi ? a essere lasciato più in ombra da Forti Messina: una scelta in parte obbligata, data l’assenza di un archivio personale del biografato, che ha richiesto un grosso impegno sulla documentazione ufficiale, le opere a stampa e negli archivi di altri esponenti della sinistra liberale e democratica; ma probabilmente in parte anche voluta per non sottrarre spazio allo scienziato e al filantropo, più vicini agli interessi dell’autrice. Il risultato è una biografia di taglio classico, con un fuoco costantemente concentrato sul protagonista e poco spazio per il quadro d’insieme e il dibattito storiografico; pur penalizzando il versante politico e massonico, sul quale sarebbe stato necessario operare con strumenti d’indagine più aggiornati, risulta tuttavia utile anche rispetto a problemi più vasti. Ad esempio, si delinea con chiarezza il ruolo svolto dai medici portatori di una mentalità positivista e sostenitori del metodo sperimentale contro le resistenze del loro stesso ambiente; così come risaltano efficacemente i valori e le qualità di una parte della borghesia milanese, in cui individualismo, scienza e filantropia costituirono una miscela del tutto particolare.

Silvano Montaldo