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Antonella Stelitano – Olimpiadi e Politica. Il CIO nel sistema delle relazioni internazionali – 2008

Antonella Stelitano
Udine, Forum, 240 pp., euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2008

Il titolo di questo volume un po’ inganna. Del rapporto tra Olimpiadi e politica si parla infatti poco. Ci si sofferma invece sulla storia del Comitato olimpico internazionale (Cio), sulla sua struttura e su come essa sia mutata negli anni. Il volume risulta quindi coerentemente diviso in tre parti. Nella prima, di carattere più propriamente storico e che si ferma alle porte della seconda guerra mondiale, si prendono in esame la nascita del Cio nel 1894, la sua graduale evoluzione e il ruolo cruciale svolto dal suo fondatore Pierre de Coubertin. La seconda parte è dedicata alla struttura del Cio: i suoi membri, le procedure e i criteri d’affiliazione, i suoi organi, i suoi processi decisionali. La terza parte è infine dedicata ai rapporti tra il Cio e i soggetti classici delle relazioni internazionali contemporanee: gli Stati e le grandi organizzazioni internazionali.Il volume è uscito nell’anno olimpico. E avrebbe potuto colmare, nel suo piccolo, una lacuna nella storiografia italiana, che ha finora dedicato poca attenzione alla storia dello sport e al suo legame con le relazioni internazionali. Il condizionale è imposto dal fatto che questo obiettivo non è stato in larga misura raggiunto. Olimpiadi e Politica è scritto bene e offre talora spunti interessanti, in particolare sui meccanismi di funzionamento del Cio e la sua organizzazione interna. Ma è decisamente fragile per quanto riguarda la parte storica. Tre sono i principali limiti del volume. Il primo è il suo carattere spesso agiografico. Va bene rigettare la vasta e stereotipata letteratura sul Cio, la corruzione che v’imperverserebbe e la sua scarsa democrazia interna. Ma qui si esagera in senso opposto. Il ritratto di De Coubertin è a dir poco celebrativo; la coerenza e trasparenza del Cio decisamente esagerate; il problema della sua subordinazione ad alcuni grandi interessi, statuali e non, sottovalutato o non affrontato.Il secondo limite è che la parabola del Cio viene presentata in assenza di una precisa contestualizzazione storica. I riferimenti a come tale parabola s’intrecci con le dinamiche internazionali, venendone profondamente condizionata, sono vaghi se non inesistenti. L’importanza delle Olimpiadi come strumento di riconoscimento e affermazione della nazione, sia nel momento dell’organizzazione dell’evento sia in quello del successo sportivo, non viene quasi menzionata. Il terzo limite, la mancanza di un confronto con la letteratura sull’argomento, spiega i due che lo precedono. Lo studio della storia dello sport ha fatto passi da gigante negli ultimi anni. Il legame tra sport e relazioni internazionali è stato esaminato da molteplici prospettive, con gli strumenti della storia, della scienza politica e della sociologia. Sono apparsi studi importanti, si pensi ai lavori di Allen Guttmann e Barbara Keys, e si pubblicano ottimeriviste specialistiche tra le quali anche «Olympika: The International Journal of Olympic Studies», che ai giochi olimpici è specificamente dedicata. Di questa storiografia e di questa letteratura non vi è però traccia alcuna nel volume di Antonella Stelitano.

Mario Del Pero