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Antoni Arca – Sardegna, infanzia e letteratura oltre le sbarre. Antonio Gramsci animatore alla lettura attraverso le Lettere dal carcere – 2004

Antoni Arca
Cagliari, Edizioni Condaghes, pp. 176, euro 12,00

Anno di pubblicazione: 2004

Poliglotta, scrittore ?politico?, autore di testi teatrali ed esperto di letteratura per l’infanzia, Antoni Arca prende spunto da un classico della bibliografia gramsciana, avendo maturato larga esperienza nell’ambito della promozione della lettura e della scrittura destinate al pubblico in età scolare. Del resto, nel rapporto tra scrittura e pedagogia gli animatori occupano un ruolo di primo piano, anzi essenziale, a prescindere dal genere o dal supporto privilegiato nella relazione tra ?narratore? e pubblico. Questa corrispondenza dovrebbe ambire in primo luogo a suscitare il piacere della lettura, e quindi a formare ed ad irrobustire ? a medio e a lungo termine ? il pubblico di nuovi lettori, target autonomo e consumatore consapevole della risorsa sempre più multimediale. Non appaia allora impossibile ? partendo e ritornando al pensatore sardo ? disinnescare l’assunto gramsciano che recita: ?L’illusione è la gramigna più tenace della coscienza collettiva?, dato che ?la storia insegna ma non ha scolari?. L’animatore alla lettura deve per primo essere capace di addestrare, anzitutto se stesso, ad un’onesta lealtà, lungi dall’avere un approccio cattedratico che lo porti ad esclamare asserzioni risolutive.
In quanto percorso, in quanto progetto nelle mani dell’educatore, la lettura di Gramsci risulta possedere nello specifico ottimi argomenti: ?una palestra fantastica, da frequentare con rispetto e gioia; prima in totale solitudine, poi, se si vorrà, insieme ai bambini ma anche agli adulti per contagiare alla lettura di Gramsci stesso?; ovvero, mutuando proficuamente le forme suggerite dall’autore di Ales, finché ?il contagio si compia e il mondo intero si ammali di lettura?. Non a caso le Lettere sono state considerate opera compiuta ed in quanto tale ?autonoma?, così da concedere all’epistolario l’epiteto di ?romanzo di formazione? sui generis, incardinato ai drammatici eventi storici del primo Novecento nazionale, letti attraverso la vicenda umana, l’indole e gli stati d’animo dell’autore/condannato che comprende e possiede l’arte della scrittura per mezzo della quale documenta, come in un romanzo, il processo drammatico della propria dissoluzione (Dacia Maraini). Del resto, come ha scritto Valentino Gerratana, le Lettere gramsciane si rivelano un ?moderno breviario dei laici? adeguato agli adolescenti, adattissimo a trasmettere loro l’amore per la lingua italiana.

Giovanni Murru