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Antonia Criscenti Grassi – Educare alla democrazia. Pedagogia e politica in Lucio Lombardo Radice e Dina Bertoni Jovine – 2005

Antonia Criscenti Grassi
Acireale-Roma, Bonanno, pp. 171, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2005

Questo lavoro affronta uno dei temi centrali della riflessione politica e culturale del ‘900 sulle caratteristiche dei processi di modernizzazione delle società industriali, cioè il rapporto fra democrazia sostanziale ed educazione, intesa in senso ampio: non solo come progetto e azione educativi intenzionali, ma anche come forme generali e particolari della socializzazione individuale. In termini di pedagogia sociale, campo di azione e di ricerca dell’autrice, si tratta di riflettere sulle origini di un nesso, dalle evidenti valenze politiche e civili prima ancora che educative, che è costitutivo delle moderne democrazie e della nascita dello stato sociale contemporaneo. Lucio Lombardo Radice e Dina Bertoni Jovine, fra i principali intellettuali comunisti ed educatori molto attivi a partire dall’immediato secondo dopoguerra e dalla caduta del fascismo (ad esempio con riviste come «Riforma della scuola»), individuano il carattere fondativo, per l’Italia repubblicana, della ?educazione politica?. Per questa ragione, i due vengono scelti dall’autrice come riferimenti per una riflessione demistificante che metta in discussione i fondamenti e il controllo dei ?modelli pedagogici?: una vera possibilità di ?pedagogia critica? intesa come ?educazione alla democrazia? (pp. 10-13).
Questo intento normativo, proprio dell’approccio pedagogico e ampiamente sviluppato nell’introduzione in chiave epistemologica, ovviamente è estraneo di per sé alla riflessione propriamente storiografica e rischia di proiettare temi e sensibilità attuali in certa misura estranei, almeno nell’accezione che oggi hanno assunto, all’evoluzione del pensiero dei due protagonisti oggetto della ricerca. D’altro canto, nella parte specifica di indagine, l’autrice mostra sensibilità e rispetto per la contestualizzazione del loro percorso intellettuale e della loro ricerca politica dalle origini fino all’ultimo, fornendo utili spunti di riflessione e di inquadramento per riflettere, insieme, sul ruolo degli intellettuali organici nella vita culturale del secondo dopoguerra e sull’azione di educazione e integrazione democratiche nell’Italia repubblicana, in particolare a sinistra: l’idea di diffondere ?lo spirito scientifico?, l’?ideale di umanità? di tipo neo-rinascimentale (l’uomo ?onnilaterale?), il rapporto tra ?etica? e ?democrazia? (p. 43). L’azione educativa, in loro, diventa quindi un vero e proprio ?programma sociale?, strutturato su tre nuclei fondanti, appunto la ?scientificità?, la ?criticità? (dove la politica viene assunta come esperienza socializzante di ?coinvolgimento? e ?confronto?) e l’?eticità? (la scuola come ?patrimonio sociale?).
La prima parte del lavoro, dedicata a Lucio Lombardo Radice, ?pedagogista non di professione?, delinea una figura di ?intellettuale democratico? a tutto tondo per cui la Resistenza e la concezione dell’?impegno educativo come fatto intrinsecamente politico? (p. 48) tendono a coincidere. La seconda parte, dedicata a Dina Bertoni Jovine e al suo approccio storicistico, individua la ?pedagogia socialista? come ?scommessa sul cambiamento? e sull’?emancipazione?.

Pietro Causarano