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Ariane Dröscher – Le facoltà medico-chirurgiche italiane (1860-1915). Repertorio delle cattedre e degli stabilimenti annessi, dei docenti, dei liberi docenti e del personale scientifico – 2002

Ariane Dröscher
Premessa di Raffaella Simili, Bologna, CLUEB, pp. 518, euro 73,50

Anno di pubblicazione: 2002

L’opera è stata realizzata nell’ambito del Progetto Finalizzato Beni Culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche, sottoprogetto Museologia e museografia, tema di ricerca Istituzioni, laboratori, archivi della scienza nell’Italia unita, indagine volta a ricostruire “i lineamenti principali delle reti istituzionali scientifiche”, presupposto indispensabile di una politica di conservazione e di tutela, come evidenza la coordinatrice del sottoprogetto Raffaella Simili nella sua Premessa. Il repertorio è articolato per sedi, a loro volta suddivise tra università statali (Bologna, Cagliari, Catania, Genova, Macerata, Messina, Modena, Napoli, Padova, Palermo, Parma, Pavia, Pisa, Roma, Sassari, Siena, Torino), università libere (Camerino, Ferrara, Perugia, Urbino), e Istituto di Studi Superiori di Firenze, presso cui esisteva una Sezione di Medicina e Chirurgia. Per ciascuna sede è stata redatta una breve introduzione storica, un grafico quantitativo dello sviluppo (cattedre, stabilimenti scientifici, personale, insegnanti liberi) dal 1860 al 1915, tabelle degli insegnamenti ufficiali coi relativi titolari per anno accademico, elenco alfabetico degli insegnanti liberi con gli anni accademici di riferimento e la disciplina insegnata, elenco delle cliniche e degli stabilimenti scientifici annessi con l’indicazione del direttore e del personale scientifico per ciascun anno accademico. Il repertorio è inoltre corredato di un’introduzione generale, di un indice alfabetico dei docenti e delle loro carriere, nonché di un CD-Rom contenente l’intera banca dati.
La realizzazione del lavoro ha dovuto fare i conti con numerosi problemi legati ai criteri di inclusione/esclusione dei singoli nominativi e allo stato delle fonti. Riguardo ai primi, merita segnalare che il repertorio non include insegnamenti come Botanica, Zoologia, Anatomia comparata, Fisica, Chimica e Mineralogia, che erano generalmente incardinati presso le facoltà di scienze matematiche fisiche e naturali, oggetto di un secondo repertorio in preparazione; sono esclusi anche insegnanti e discipline delle Scuole di Farmacia, a meno che non si tratti di personale docente appartenente alle facoltà mediche. Per quanto riguarda le fonti amministrative a stampa utilizzate per lo spoglio, l’autrice stessa ammonisce a un uso critico dei dati: “gli elenchi e gli indici di questo repertorio rappresentano la versione ufficiale, emendata, delle istituzioni e del personale universitario”; d’altra parte, anche se le differenze rispetto ai dati locali rilevabili da altre fonti sono “troppo frequenti per poter essere ignorate”, “si è comunque ritenuto opportuno basare il repertorio interamente sugli Annuari del Ministero, in quanto fonte ufficiale e nazionale”. Una scelta che non si può non condividere, e che ha il merito di offrire allo storico una base sicura di partenza, rispetto alla quale le problematiche locali, possono eventualmente essere fatte emergere da ciascuno studioso interessato.

Giovanni Paoloni