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Arnd Bauerkämper – Der Faschismus in Europa 1918-1945 – 2006

Arnd Bauerkämper
Stuttgart, Philipp Reclam Jr., 210 pp., euro 5,40

Anno di pubblicazione: 2006

L’esile, ma denso, volumetto pubblicato nella classica collana gialla dell’antica casa editrice tedesca, rappresenta un utile ed interessante tentativo di fare il punto sul più recente dibattito internazionale sulla categoria di «fascismo», intesa in senso sovranazionale e tipologico. Il dibattito, ripreso nell’ultimo decennio ad opera di storici angloamericani, ha trovato scarsa risonanza sia in Italia che in Germania. L’autore, specialista in storia comparata, si propone di offrire un quadro articolato e problematico ? nonostante il ridotto spazio disponibile ? sia della più recente discussione storiografica, che delle evidenze fattuali, che a suo avviso consentono di parlare di una categoria generale di «fascismo». Secondo Bauerkämper ciò è possibile con alcune limitazioni temporali (l’Europa fra le due guerre) e spaziali: il continente europeo, appunto. Tuttavia, in brevi ma dense pagine egli si sofferma anche su fenomeni extra-europei: dal Giappone all’America Latina, in cui gli pare di cogliere più le differenze che le analogie con i movimenti ed i regimi emersi nel continente europeo nel periodo inter-bellico. Ed in un capitolo finale prende in considerazione anche il fenomeno dell’estremismo di destra nell’Europa postbellica.Bauerkämper fa propria un’impostazione genetica del fascismo e concentra perciò la sua attenzione sugli specifici contesti storici, che hanno profondamente influenzato l’esito dei singoli movimenti fascisti o para-fascisti. Al di là delle differenze, gli pare però che vi siano al fondo alcune comunanze, sia di natura ideologica, che relative alle caratteristiche sociali del consenso che i movimenti fascisti riuscirono a conquistare. Più in generale, egli definisce il fascismo come una risposta, un tentativo di risposta (determinato da uno specifico contesto storico), alle questioni poste dalla modernità, che dopo il primo conflitto mondiale avevano assunto una particolare rilevanza. Non solo comunanze di natura strutturale, ma anche i rapporti fra i diversi movimenti e partiti fascisti ? pur ostacolati dalla loro ideologia radicalmente nazionalistica ? gli paiono atte a giustificare l’utilizzo in chiave ermeneutica della categoria generale di «fascismo». Bauerkämper affronta i singoli casi (non tutti, ma concentrandosi sulle principali aree geografiche, dal Nord, ad Occidente, al Sud-est europeo) commisurandoli ad una serie di criteri: dalla genesi (in particolare egli analizza il rapporto fra movimenti fascisti ed élite conservatrici), all’ideologia, dalla struttura organizzativa e di potere, alle caratteristiche del consenso, allo stile politico.Ne scaturisce un quadro molto ricco e denso, con brevi ma efficaci analisi dedicate ai singoli casi, partendo dal fascismo e dal nazionalsocialismo, ma focalizzando anche casi assai meno noti, come quello finlandese o quello britannico. Il lavoro qui recensito mi sembra perciò essere un’opera estremamente utile, che dovrebbe venire tradotta in Italia. Non da ultimo per il fatto che, pur con caratteristiche ben diverse rispetto ai decenni fra le due guerre mondiali, all’autore sembra di concludere che nel mondo odierno vi siano alcune condizioni per favorire l’affermazione di movimenti d’estrema destra, xenofobi e nemici della democrazia.

Gustavo Corni