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Asfa-Wossen Asserate, Aram Mattioli (a cura di) – Der erste faschistische Vernichtungskrieg. Die italienische Aggression gegen Äthiopien 1935-1941 – 2006

Asfa-Wossen Asserate, Aram Mattioli (a cura di)
Köln, SH-Verlag, 197 pp., euro 29,80

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume raccoglie gli atti di un convegno organizzato a Lucerna nel 2005 da Aram Mattioli, autore di una recente e apprezzata monografia sulla guerra italo-etiopica (v. Annale VII/2006). Il pregio maggiore del volume consiste nel presentare in modo agile e compatto quanto di nuovo ? e di meglio ? la ricerca ha prodotto sul tema, a lungo colpevolmente negletto in particolare dalla storiografia italiana con la significativa eccezione degli studi di Del Boca e Rochat e più recentemente di Dominioni. Sempre a questo proposito è significativo il fatto che la grande maggioranza dei contributi si deve a giovani ricercatori dell’area svizzera e tedesca, segno di un’attenzione vigile e meritevole.La tesi fondamentale del libro, sintetizzata nel primo dei tre articoli redatti da Mattioli, è l’interpretazione del conflitto italo-etiopico come prodromo della moderna guerra totale, dispiegatasi appieno pochi anni dopo nella seconda guerra mondiale. Ben oltre la dimensione dell’ultima, anacronistica guerra coloniale, l’aggressione dell’Italia fascista all’Etiopia si configura quindi come campo di prova di una nuova strategia bellica caratterizzata dall’usomassiccio e spregiudicato dell’aviazione anche contro obiettivi civili, dal coinvolgimento intenzionale della popolazione colpita durante il conflitto e poi oggetto di pesanti rappresaglie durante l’occupazione, dalla mobilitazione tendenzialmente totale del paese aggressore, con l’impiego di nuove formule di propaganda e ricerca del consenso. Queste tematiche sono puntualmente approfondite nei vari contributi, che spaziano dagli elementi di novità nella preparazione e conduzione della guerra alle violazioni di trattati e del diritto internazionale (l’impiego dei gas, gli attacchi contro la Croce Rossa), dalla mobilitazione della società italiana alla resistenza etiopica, ai percorsi e strategie della memoria e, nel caso italiano, della rimozione.Nella scia della più recente storiografia l’arco temporale del conflitto viene esteso fino alla liberazione del paese nel 1941. Con ciò viene posto l’accento non soltanto sulla prima fase della campagna militare, ma anche sugli aspetti molto meno noti, non solo perché censurati dalla macchina di propaganda fascista, della brutale pax romana imposta all’Etiopia, come la repressione della resistenza. Particolare interesse nell’ottica della politica d’occupazione fascistariveste il saggio di Gabriele Schneider sulle peculiarità della politica razziale italiana nelle colonie africane, che trova dei parallelismi non tanto nelle legislazioni coloniali coeve quanto in quella sudafricana dell’apartheid.Se un appunto si può muovere al volume, che combina egregiamente approcci molto diversi, dalla storia militare alla storia culturale e alle tematiche di genere, è la mancanza di una vera introduzione che li colleghi tra loro in un quadro complessivo ed espliciti le coordinate entro le quali quest’opera va collocata.

Francesco Marin