Cerca

Barbara Corsi – Con qualche dollaro in meno. Storia economica del cinema italiano – 2001

Barbara Corsi
Roma, Editori Riuniti, pp. 189, euro 13,43

Anno di pubblicazione: 2001

La storia del cinema italiano è terreno ben presidiato dalla storiografia della settima arte. Pochi, invece, sono stati i lavori che si siano occupati dell’industria cinematografica intesa come un settore economico che presenta sì problematiche specifiche, ma che al tempo stesso, ma analogamente a qualsiasi altro settore nel quale si cimenta l’imprenditoria, deve fare (letteralmente) i conti con questioni come il reperimento dei finanziamenti, i costi di una produzione, gli incassi, i passaggi televisivi, quando sono previsti. Molte informazioni di questo genere si ritrovano sparse in opere di carattere generale oppure dedicate ad un regista o ad una stagione della filmografia nazionale. Il volume di Barbara Corsi giunge dunque a colmare una vistosa lacuna, ponendo finalmente la storiografia ? sia quella cinematografica, sia quella economica ? di fronte ad una prima importante sintesi, che si affianca peraltro a lavori di notevole respiro che la stessa autrice ha prodotto nell’ambito di ricerche organizzate dalla Fondazione Agnelli o nel primo tomo della Storia del cinema mondiale, pubblicata da Einaudi.
Costruito seguendo una classica scansione cronologica ed utilizzando prevalentemente la letteratura sulla storia del cinema, oltre che le riviste specializzate del settore e la documentazione a stampa della Siae (solo episodico è l’impiego di fonti archivistiche), il volume rivisita sotto un’angolatura specifica ? quella che si interroga sulle questioni economiche ? quasi settant’anni di cinema italiano. Il punto di partenza sono infatti gli anni ’20, quando si realizzò una prima forma di concentrazione del settore per merito dell’iniziativa di alcuni imprenditori e delle maggiori banche del paese, tra le quali soprattutto la Commerciale. Negli anni ’30, poi, l’istituzione di una sezione speciale per il credito all’industria cinematografica presso la Banca Nazionale del Lavoro aprì le porte a tendenze che si sarebbero rafforzate subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, quando l’industria europea fu costretta a confrontarsi con le potenti majors americane. Il comparto evidenziava un crescente bisogno dell’intervento pubblico che puntualmente giunse attraverso leggi e leggine, anche se non mancarono tensioni tra produttori e distributori, tra industriali e finanziatori, tra industria cinematografica e potere politico. Il volume affronta con pregevole sintesi anche i problemi posti dalla crisi seguita al boom postbellico, le difficoltà dell’affermazione dei cosiddetti ?B Movies? e le conseguenze dell’arrivo della televisione commerciale sulle produzioni cinematografiche.
In appendice il lettore trova una serie di schede su alcuni dei maggiori industriali, principalmente ?puri?, impegnati in altre parole esclusivamente in questo settore (Bini, Mario Cecchi Gori, Cristaldi, Dino De Laurentis, Grimaldi, Gustavo e Goffredo Lombardo, Carlo Ponti), anche se in questa sezione del libro prevalgono le considerazioni più legate alla storia artistica, culturale e sociale del prodotto cinematografico che non quelle che potrebbero lumeggiare i tratti specifici in campo imprenditoriale dei personaggi presi in considerazione.

Luciano Segreto