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Beatrice Pisa – Crescere per la patria. I Giovani Esploratori e le Giovani Esploratrici di Carlo Colombo (1912-1927) – 2001

Beatrice Pisa
Milano, Unicopli, pp. 364, euro 18,08

Anno di pubblicazione: 2001

Beatrice Pisa studia in modo approfondito lo scoutismo laico italiano, attenta alla reinterpretazione delle proposte educative del generale Baden-Powell fatta dal fisiologo e igienista positivista Carlo Colombo. Dal 1912, il Corpo nazionale Giovani esploratori d’Italia (Cngei) da lui fondato si è presto affermato come la principale associazione giovanile italiana, col sostegno e patrocinio dei più importanti circuiti ricreativo-culturali patriottici ufficiali, della corte, del governo e con la diretta personale adesione del principe ereditario Umberto. L’autrice inquadra con precisione la funzionalità sociale del Cngei a offrire una formazione nuova per riplasmare l’individualismo delle giovani generazioni borghesi, a elaborare metodi educativi per molti versi affini a quelli ginnico-militari, ma molto più attenti a fornire al giovane un’istruzione che valorizzasse allo stesso tempo la sua iniziativa autonoma e il suo senso di collaborazione col gruppo. La struttura classista e paramilitare degli scout ha attirato su questi giovani una costante ostilità dei loro coetanei delle classi inferiori, che mostravano frequentemente segni d’insofferenza nei loro confronti. L’autrice è anche molto attenta a cogliere quanto il fondatore Colombo avesse cercato di istituzionalizzare questa educazione élitaria, rendendola complementare all’esercito, prima ancora che alla scuola, e fornendo spesso ai suoi giovani seguaci occasioni per sfilare militarmente nelle città, davanti ai genitori, ma soprattutto davanti ad autorità civili e militari, soprattutto durante la prima guerra mondiale. Il libro mostra poi come nell’associazione di Colombo emergesse palese un percorso alla nazionalizzazione della gioventù borghese, con un’esasperata ricerca di affermare il senso della gerarchia e della disciplina, anche provocando reazioni insofferenti e frequenti scissioni. L’avere però concentrato la propria attenzione su fonti prodotte dal movimento scoutistico porta un po’ l’autrice a sottovalutare le affinità del Cngei con la rete politica e i valori del nazionalismo. Ritenendo episodi sporadici alcune rilevanti presenze di giovani esploratori all’interno dello squadrismo, appunta le differenze tra costume e ideologia dello scoutismo e dei fascisti, senza cogliere la parallela mobilitazione violenta di un più variegato ambiente nazionalista.
Una parte consistente del libro riguarda poi frange femminili dell’associazionismo scoutistico, ispirate da donne seguaci di un Colombo determinato a correggere certe forme di esclusione sociale, marginalità e inattività fisica della donna. Pur trattandosi di un reclutamento decisamente élitario, numericamente anche molto più ridotto di quello maschile, l’autrice ne ha colto con efficacia aspetti indicativi della mentalità femminile aristocratico-borghese dell’epoca, che ha finito per riprodurre molti ruoli tradizionali della donna, nonostante un parziale anticonformismo che rendeva questi sparuti gruppi di ragazze soggetti a ogni genere di critica, da cui erano invece andate quasi esenti le crocerossine nel tempo di guerra.

Marco Fincardi