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Benjamin Stora – La guerra d’Algeria – 2009

Benjamin Stora
Bologna, il Mulino, 164 pp., euro 11,50 (ed. or. Paris, 2004)

Anno di pubblicazione: 2009

Quando nei documenti ufficiali in Francia era ancora proibito chiamarla guerra, sulla guerra d’Algeria esisteva una bibliografia sterminata, più di mille titoli fra storie, resoconti giornalistici, memoriali e raccolte di documenti. Il valore di quelle opere era ovviamente diseguale ma il quadro d’insieme era la rappresentazione del tremendo impatto che la guerra in Algeria ha avuto in Francia a livello di cultura e immaginario. Pur nella sua brevità e immediatezza, questo libretto di Benjamin Stora, grande conoscitore di tutte le pieghe della storia e della politica dell’Algeria e che all’Algeria ha dedicato volumi complessi e in regola con tutti i criteri scientifici, ha due meriti fondamentali: aggiorna alla luce di nuove fonti o nuovi accertamenti alcuni assunti sempre in bilico (il numero delle vittime, ad esempio) e completa la narrativa tenendo conto dei contraccolpi che anche a distanza di tempo la guerra d’Algeria ha avuto e continua ad avere nelle due società oltre che nella politica africana e internazionale della Francia. Eloquenti in proposito sono due leggi approvate fra la fine del ’900 e l’inizio del 2000. Con la prima, il 10 giugno 1999, l’Assemblea nazionale francese accantonò ogni finzione e autorizzò in tutte le sedi l’uso dell’appellativo di guerra d’Algeria invece di «operazioni di mantenimento dell’ordine» o come si soleva dire in modo ancora più allusivo «gli avvenimenti». Con la seconda, nel 2005, si tentò di sancire a livello normativo la deriva revisionistica imponendo alla ricerca e alla scuola di prestare più attenzione agli aspetti «positivi» del colonialismo francese in particolare nel Nord Africa: la levata di scudi in Francia e in Algeria convinse Chirac a un imbarazzato dietro-front. Nell’ultimo decennio sono state acquisite anche ulteriori prove sulla tortura e Stora ricorda in uno degli ultimi paragrafi il ruolo che su questo tema ha svolto il «Monde». La tragedia che ha squassato l’Algeria negli anni ’90 non entra a rigore nel periodo trattato dal libro ma Stora riesce comunque a rievocarla nell’ambito più generale della «crisi della memoria». La conclusione è che ormai la storia della guerra d’Algeria, passata un’intera generazione dai fatti, richiede una prospettiva che abbracci le due sponde del Mediterraneo. Si sa tuttavia che il riconoscimento dell’«altro» è un passo che la cultura dominante formatasi all’insegna del colonialismo, che abituò all’indifferenza e all’ostilità per tutta una parte dell’umanità, non riesce a compiere fino in fondo. Negli anni della guerra d’Algeria, del resto, fra tante lacrime e tanta violenza, la Francia fu teatro di una fase di sviluppo come mai prima nella sua storia. È un paradosso fra i tanti ricordati e certificati da Stora. Il volume edito dal Mulino è arricchito da un’appendice a cura di Nicola Labanca sulla pubblicistica italiana e in italiano sull’Algeria che mostra un picco d’interesse nei giorni del «terzomondismo» seguito da un poco giustificabile calo sia della storiografia che dell’attenzione dell’opinione pubblica.

Giampaolo Calchi Novati