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Beppe De Sario – Resistenze innaturali. Attivismo radicale nell’Italia degli anni Ottanta – 2009

Beppe De Sario
Truccazzano, X Book, 130 pp., Euro 16,00

Anno di pubblicazione: 2009

Il libro di Beppe De Sario sui movimenti radicali degli anni ’80 è una ricerca pionieristica che apre una molteplicità di percorsi di approfondimento. Lo studio ha una solida base metodologica, in gran parte mutuata dalle scienze sociali, una ricca e articolata bibliografia e impiega diverse fonti: dalle interviste orali (condotte personalmente dall’a.), ai periodici e ai materiali documentari dell’epoca, di difficile reperibilità, dato che il lavoro di archiviazione dei documenti dei movimenti politici e sociali degli anni ’80 e ’90 è ancora agli inizi.La ricerca copre un esteso arco cronologico, dal 1975 al 1994, ed è incentrata sulle culture giovanili radicali – in particolar modo quella punk e l’esperienza dei centri sociali occupati – delle periferie delle città di Roma, Torino e Milano. Ne viene ricostruita la storia, seguendo principalmente tre direttrici: le forme di politicizzazione nel delicato passaggio dagli anni ’70 al decennio successivo, la nascita di nuove pratiche politiche e di nuove culture, la formazione di luoghi di aggregazione sociale e culturale. Ne esce un quadro sorprendentemente ricco, complesso e duraturo, ricostruito fino agli albori dei movimenti anti-globalizzazione dell’ultimo decennio. Pur consapevole dei fattori di continuità, tra i movimenti sociali degli anni ’70 e quelli successivi, come, ad esempio, il caso del quartiere Centocelle di Roma e il legame in esso formatosi tra le culture giovanili e la precedente esperienza dell’Autonomia operaia, l’a. mette in rilievo le cesure e le innovazioni introdotte dai nuovi movimenti.Un aspetto particolarmente interessante del libro di De Sario, infatti, è la riflessione sulla difficoltà a studiare gli anni ’80, sui quali pesa il pregiudizio storiografico e politico della generazione precedente, che ha liquidato sommariamente quella stagione, riducendo le forme di antagonismo che in essa maturarono ad ultima fiammata del lungo ’68 italiano.In realtà, vi fu molto di più, come ricostruisce l’a., soprattutto l’attivismo radicale di quegli anni prefigurò nuove e originali forme di politicizzazione, la cui complessità è ancora lungi dall’essere compresa e ricostruita.Se vi è un limite nel libro di De Sario è quello di aver confinato la storia di quei movimenti alla sola dimensione controculturale e antagonista, senza tener conto dell’influenza e delle contaminazioni che essi suscitarono in ambienti politici e culturali ben distanti da loro. Si tratta, tuttavia, di un limite indotto dalla scarsità delle ricerche e dalla difficoltà a reperire il materiale documentario.

Guido Panvini