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Bruna Bocchini Camaiani – Ernesto Balducci. La Chiesa e la modernità – 2002

Bruna Bocchini Camaiani
Roma-Bari, Laterza, pp. XIII-292, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2002

Lo scolopio Ernesto Balducci fu non solo uno dei più importanti esponenti del cattolicesimo fiorentino, ma anche un personaggio che con le sue riflessioni e il suo esempio scosse la coscienza di tutti coloro che erano alla ricerca di un modo nuovo e più consono con i tempi mutati di rapportarsi alla fede.
Amico e collaboratore di Giorgio La Pira, il sindaco del capoluogo toscano che fu tra gli ispiratori del cattolicesimo sociale e che si batté con determinazione per il dialogo e la pace e contro le logiche della guerra fredda, Balducci seppe anticipare ? grazie anche all’esperienza della rivista ?Testimonianze?, fondata nel 1958 ? alcune delle ipotesi di rinnovamento della Chiesa che sarebbero state dibattute durante il Concilio Vaticano II; in particolare, il sacerdote si contraddistinse come sostenitore di una Chiesa profetica e connotata dal suo essere ?popolo di Dio?, in contrapposizione alle incrostazioni storiche che l’avevano voluta per secoli istituzione gerarchica e autoritaria. Protagonista del dibattito culturale degli anni Sessanta, lo scolopio si dimostrò deluso dagli esiti del Vaticano II perché la Chiesa non aveva voluto staccarsi in modo netto dal proprio passato e non aveva saputo compiere una scelta definitiva nei confronti degli ?ultimi?, dei diseredati, di coloro che erano relegati ai margini delle opulenti società occidentali o costretti ad una vita non dignitosa nei paesi del cosiddetto Terzo mondo. Così, fino alla sua morte avvenuta per un incidente stradale nel 1992, divenne attento interlocutore dei credenti impegnati nelle esperienze e nella ricerca delle comunità di base e di movimenti politici e sociali della sinistra.
Bruna Bocchini Camaiani, docente di storia della Chiesa presso l’università di Firenze e studiosa del cattolicesimo toscano ? sua è stata nel decennio scorso l’importante ricerca sull’azione pastorale del vescovo Elia Dalla Costa ?, non ha inteso in questo volume delineare un ritratto o una biografia quanto tracciare il profilo sacerdotale di quest’uomo che ? secondo una sua felice autodefinizione ? si pose per tutta la vita ?alle frontiere dell’inquietudine? (p. VIII). Responsabile dell’archivio della Fondazione Balducci, la storica ha potuto utilizzare per la stesure del suo pregevole saggio materiali inediti ivi depositati, nonché le carte dell’archivio generale dell’ordine degli Scolopi: il risultato è un quadro che permette di cogliere l’immagine e l’itinerario sacerdotale di Balducci ?nell’intreccio inscindibile tra esperienza religiosa e riflessione, tra vissuto e ricerca culturale e teologico-ecclesiastica? (p. V). Il libro rappresenta dunque un importante tassello per comprendere quella parte del mondo cattolico che nel secondo dopoguerra ha cercato in ambito religioso di intraprendere una strada di discussione e di verifica critica delle posizioni ufficiali della Chiesa e in ambito politico di rompere il conformismo che costringeva tutti i cattolici all’adesione alla politica della Democrazia cristiana.

Daniela Saresella