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Bruno Bongiovanni – Storia della guerra fredda – 2001

Bruno Bongiovanni
Roma-Bari, Laterza, pp. 167, euro 9,30

Anno di pubblicazione: 2001

Il libro (non un ?manuale?, anche se può essere usato come tale) richiede una lettura impegnata, offrendo una netta prevalenza di argomentazione critica e di ragionamento problematico sulla mera esposizione fattuale. L’autore rilegge originalmente in chiave ?realistica? la guerra fredda in una prospettiva di lungo periodo, con rinvii a teorie e snodi del pensiero ?internazionalista? di matrice europea sei-settecentesca. Rivisitati e discussi i teorici della ?geopolitica?, emergono in tutta la loro presenza plurisecolare le grandi potenze ?di terra? e ?di mare?. La guerra fredda fu il terzo sistema internazionale dell’epoca contemporanea dopo quello ?viennese? 1815-1914 e quello ?versagliese? 1919-1939: anche se la balance of power 1945-1991 fu un sistema di fatto, non negoziato e non formalizzato dal diritto internazionale. Si trattò di un duopolio di superpotenze che erano insieme rivali e complementari. La pax armata sovietico-americana, dopo la seconda guerra dei Trent’anni 1914-1945, ebbe una prima fase 1946-53 seguita da una seconda fase 1953-1976 e un epilogo 1989-1991. La pace armata planetaria fu diversa nei vari continenti: più simile alla pace che alla guerra in Europa e America, segnata in Asia da una fase ?calda? 1949-53 terminata con la guerra di Corea. Il relativo disgelo 1954-5 dette poi vita alla ?coesistenza pacifica? 1965-75 (con la grave turbolenza della guerra del Vietnam), seguita dalla ?riglaciazione? 1980-85. Con la guerra fredda ?di posizione? l’Europa centrale si trasformò in Europa orientale e, tra i soli Est e Ovest, scomparve la Mitteleuropa. L’Urss si spostò a Ovest con i suoi Stati-satellite, organizzando un enorme spazio oggetto di mire egemoniche contrapposte, già occupato dagli Imperi centrali di antico regime crollati nel 1918. L’Urss staliniana finì per controllare l’Europa già soggetta ai sovrani di Russia, Austria, Prussia e al sultano ottomano, e estese tale controllo all’Asia in spazi già soggetti all’Impero del Sol Levante, all’Impero cinese manciù, all’Impero coloniale francese d’Indocina. ?L’affondamento della Germania, di cui il regime nazionalsocialista era il solo responsabile, aveva fatto [?] arretrare di secoli la geografia politica e umana del continente [portando] a compimento [?] la discontinua e carsica tendenza del mondo moderno ? iniziata con Francesco I (Francia-Ovest) e Carlo V (impero-Est), proseguita ai tempi di Richelieu (abile rafforzatore dell’Ovest), poi ai tempi di Napoleone, e infine nel corso della prima guerra mondiale ? a fare del conflitto-equilibrio tra Occidente e Oriente il cuore geopolitico delle relazioni internazionali? (p. 43). L’Urss costrinse gli Usa alle contromosse, suscitando un anticomunismo di forze illiberali filofasciste e razziste pronte a sfruttare la guerra fredda per contrastare le riforme modernizzatici in Occidente. La decolonizzazione interferì con la guerra fredda ma ne approfittarono, oltre all’Urss, gli Usa che, dopo il tracollo coloniale degli imperi britannico e francese, assunsero la leadership incontrastata dell’Occidente sul piano planetario.

Marco Palla