Cerca

Bruno Polese – Credito e banche miste. Il caso della Anglo-Österreichische Bank – 2003

Bruno Polese
Mariano del Friuli (Gz), Edizioni della Laguna, pp. 530, euro 40,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il libro tratta prevalentemente della storia della Anglo-Österreichische Bank dalla sua fondazione nel 1863 alla sua crisi nel corso degli anni Venti. Questa banca è relativamente famosa tra gli storici economici soprattutto perché la sua vicenda ben rappresenta i problemi del sistema bancario austriaco dopo la dissoluzione dell’Impero, ma anche i limiti dell’azione di penetrazione economica portata avanti dalla finanza inglese in Austria.
Il testo di Polese, oltre ad essere probabilmente l’unico libro in italiano su questa banca, integra le conoscenze sul sistema bancario austriaco attualmente disponibili (prevalentemente in inglese e tedesco) ed amplia il raggio temporale coprendo anche il XIX secolo.
La struttura del libro appare però poco omogenea. Il testo infatti è suddiviso in due parti ed integrato con una voluminosa appendice sui bilanci della banca dal 1866 al 1920 e con una cronologia del periodo 1851-1926 focalizzata sui principali eventi politici ed economici. La prima parte contiene una sorta di storia generale della banca in Europa dagli antichi greci fino agli inizi del XX secolo, che appare sinceramente eccessiva anche come introduzione alle problematiche affrontate nella seconda parte in cui invece l’attenzione si concentra sulle vicende della Anglo-Österreichische Bank. In questa prima parte l’autore utilizza con sapienza una vasta bibliografia che dimostra di padroneggiare con sicurezza, tentando però di fornire un quadro di così ampia portata da non poter che risultare troppo sintetico e talvolta affrettato. Persino l’apparato statistico appare prolisso e poco idoneo a mettere in luce l’evoluzione anche contabile della banca stessa in quanto si limita a riprodurre con gran dispendio di pagine i bilanci a stampa della banca che sarebbe stato invece più utile condensare in una o due grandi tabelle che facilitassero l’analisi dell’evoluzione delle voci di bilancio sull’intero periodo. La stessa cronologia appare superflua e le informazioni inerenti l’andamento della banca avrebbero potuto tranquillamente essere inglobate nel testo della seconda parte, dove l’autore propone una puntuale ricostruzione delle vicende della Anglo-Österreichische Bank e ne analizza l’evoluzione, confermando o confutando nelle conclusioni alcune interpretazioni della storia del sistema bancario austriaco e della banca stessa proposte da altri studiosi.
Ne risulta dunque un libro in cui ognuna delle due parti principali potrebbe costituire un libro a se stante ed in cui le appendici potrebbero essere drasticamente ridimensionate. La prima parte, debitamente integrata, potrebbe infatti fungere da testo manualistico per un corso generale di storia bancaria, mentre la seconda parte, dove è concentrato il lavoro di vera e propria ricerca storica, avrebbe potuto vivere di vita propria e venir arricchita con riferimenti più sostanziosi al contesto storico-economico in cui si collocano le vicende della banca soprattutto per quanto riguarda il primo dopoguerra.

Roberto Di Quirico