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Carabinieri per la libertà. L’Arma nella Resistenza: una storia mai raccontata

Andrea Galli
Milano, Mondadori, 176 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2016

Andrea Galli, giornalista specializzato in cronaca nera e in inchieste giudiziarie, offre
una storia dell’Arma nella Resistenza. Dopo una vita al fianco di carabinieri, magistrati e
investigatori, l’a. evoca una storia «mai raccontata». Si tratta di una storia, anzi di tante
storie legate dal filo dell’uniforme nera con bande rosse che caratterizza i militari dell’Arma.
Disseminati sul territorio, colti anch’essi di sorpresa dalla proclamazione dell’armistizio,
ricevono l’ultimo ordine dal Comando generale di rimanere al proprio posto fiduciosi
che i tedeschi si comportino come gli alleati anglo-americani che avevano riconosciuto
all’Arma lo status di forza dell’ordine a tutela del territorio e dei cittadini.
Non fu così e i carabinieri (di ogni grado, età e provenienza regionale) vissero un
periodo di grandi tensioni: aderire alla sedicente Repubblica sociale italiana per favorire
le prime formazioni resistenziali, darsi alla macchia e partecipare attivamente alla lotta
armata, abbandonare il territorio e i cittadini per ritornare chi a casa, chi oltre il fronte.
Scelte difficilissime con esiti diversi. E qui si notano le qualità di giornalista di nera;
Galli supera la ricerca d’archivio e cerca i figli di questi protagonisti quasi dimenticati e
con loro riscopre il piacere dell’inchiesta, della narrazione semplice, quella delle persone
umili come molti di questi carabinieri che avevano fatto scelte silenziose. Attilio Remolif
era uno degli otto carabinieri uccisi nella strage di Alagna Valsesia insieme ad altri otto
uomini, tutti partigiani. Filippo Caruso era un generale in pensione capo del Fronte
militare clandestino dei carabinieri di Roma inquadrato nel dispositivo del colonnello
Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo. Questi cadde alle Fosse Ardeatine il 24 marzo
1944 insieme agli altri martiri tra cui dodici carabinieri, mentre Caruso fu catturato e
sottoposto a torture che gli causarono importanti menomazioni. La fuga dei tedeschi permise
ai prigionieri, tra cui proprio Caruso, di uscire dalle segrete di via Tasso e ritornare a
combattere poco prima dell’ingresso degli alleati a Roma.
Antonio Raga era un maresciallo dei carabinieri in forza a Belluno che rimase con
i suoi carabinieri e svolse il servizio di custodia in carcere sotto il controllo dei tedeschi.
Così riuscì a eludere la sorveglianza di questi appoggiando e aiutando i partigiani catturati,
passando informazioni e sostenendoli moralmente.
In chiusura, si sottolinea che sarebbe stato utile integrare il volume con una piccola
bibliografia di riferimento e con un indice dei nomi, tanti sono i protagonisti.
Dunque storia e storie (tante) di alcuni (non era possibile di tutti) carabinieri che
aderirono alla Resistenza.
Una narrazione avvincente quasi da romanzo che permette di portare a conoscenza
del grande pubblico una pagina poco nota della storia dei carabinieri vissuta nella più
grande storia del nostro paese.

 Flavio Carbone