Cerca

Carlo M. Belfanti, Fabio Giusberti (a cura di) – Storia d’Italia. Annali 19: La moda – 2003

Carlo M. Belfanti, Fabio Giusberti (a cura di)
Torino, Einaudi, pp. XXVI-898, euro 85,00

Anno di pubblicazione: 2003

L’ultimo Annale einaudiano dedicato alla storia della moda consente un bilancio dello stato delle ricerche in Italia su questo tema. Per quanto possa apparire paradossale, dato che il fenomeno della moda conosce un’accelerazione e un’articolazione nel ?900 che non ha paragone nei secoli precedenti, la situazione degli studi sul Medioevo e l’età moderna appare più ricca e metodologicamente raffinata di quella relativa al secolo appena trascorso, per il quale gli studi sulla cultura materiale appaiono ancora sommarie ricognizioni, prive di una base di ricerche su singoli temi o contesti che consentano ricostruzioni più approfondite. I 24 saggi raccolti nel volume sono raggruppati in tre parti dedicate a Apparenza e rappresentazione, Materiali e confezione e Diffusione della moda.
I saggi raccolti nella prima parte delineano un’antropologia storica dell’abito tra tardo Medioevo ed età moderna, con contributi sui linguaggi del corpo, gli ideali di bellezza, le strategie dell’apparire, gli ornamenti e le funzioni rituali dell’abito. I saggi di Muzzarelli e di Fantoni, contenuti nell’ultima parte del volume, contribuiscono a delineare in modo efficace il regime del consumo che regola il vestire nel quadro del potere sociale, e della sua legittimazione, dal tardo Medioevo alla società di corte. Dalle leggi suntuarie ai galatei, dai repertori di abiti alle prediche dei moralisti si profilano pratiche vestimentarie fortemente integrate nella struttura della società cetuale e delle sue lente e complesse erosioni e negoziazioni di status. La ?moda?, in altri termini, non si presenta come fenomeno autonomo attraverso il quale si costruiscono identità, ma sembra più configurarsi come epifenomeno, certificazione di status, sul quale tuttavia si possono animare conflitti simbolici nei quali precipitano più ampie tensioni sociali. È perciò condivisibile l’opinione di Fantoni secondo cui lo stesso utilizzo del termine ?moda? per i secoli in questione potrebbe risultare fuorviante, se non ne viene marcata la sostanziale differenza rispetto ai regimi del consumo dell’800 e ?900 (pp. 748-9). La parte dedicata ai materiali e alla confezione contiene alcune monografie sui materiali della moda (lana, seta, cotone, cuoio e pellicce, fibre chimiche), con un’attenzione quasi esclusiva alla sfera della produzione; seguono dei contributi sulle professioni della confezione (sarti, calzolai, berrettai) e sulle forme della commercializzazione (abiti usati, industria delle confezioni, sistema italiano della moda). L’ultima parte è dedicata alla diffusione della moda, con contributi sulla funzione della stampa e un’interessante saggio di J. Morris che delinea i mutamenti nel design dei negozi, nell’allestimento delle merci, nelle strategie commerciali che guidano la massificazione del fenomeno moda nel corso del ?900 e le successive differenziazioni negli ultimi trent’anni.
Il volume presenta grande ricchezza di materiali e suggestioni, due debolezze andrebbero comunque rimarcate: la parte relativamente esile che vi occupa il periodo contemporaneo e una scarsa attenzione ai fruitori della moda, vale a dire a come sia stato vissuto questo fenomeno da chi se ne appropriava per ridefinire la propria immagine e giocare la propria identità.

Paolo Capuzzo